I pompieri parlano di uno sversamento imprevisto, di carburante o di un altro liquido infiammabile, che avrebbe causato la tragedia.
Milano – Dovrebbe essere stato uno sversamento imprevisto, di carburante o di un altro liquido infiammabile, per imperizia, a causare le fiamme che hanno dato vita, ieri, a Gambara, a un incendio che ha causato 3 morti – madre, padre e figlio – e 4 feriti. Sono queste le indiscrezioni che trapelano dal riserbo degli investigatori al lavoro per ricostruire le cause del rogo, per il quale la Procura ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo. Sul posto, in via Fra Galgario, proprio stamani è stato fatto un ulteriore sopralluogo dei vigili del fuoco, in assistenza alla Polizia scientifica che sta operando i rilievi d’indagine, e che ha posto sotto sequestro la vettura da cui è iniziato tutto.
Oggi i Vigili del fuoco hanno consegnato la relazione, il cui contenuto non è noto, ma che parlerebbe di una operazione meccanica errata mentre l’auto da cui si sono sprigionate le fiamme era in lavorazione, sul ponte. Sarebbe stato proprio il titolare ad avvedersene, fuggendo subito dopo, mentre le fiamme si sono diffuse raggiungendo prima delle cataste di pneumatici e poi il vano scale che probabilmente ha fatto da ‘camino’.
Il bilancio dell’incendio sarebbe potuto essere ancora più grave se gli appartamenti immediatamente sopra l’officina e altri ancora sopra (lo stabile ha sei piani) non fossero stati sfitti, completamente vuoti, tranne uno, abitato, al quinto piano, dove è stata soccorsa un’anziana portata poi in salvo in condizioni non gravi dal 118.
Sulla scena della tragedia macerie e fumo nero che ha marchiato l’intera facciata fino al quinto piano: il giorno dopo l’incendio scoppiato in un’autofficina di Milano, che è costato la vita a una famiglia di tre persone, l’edificio investito dalle fiamme in via Fra Galgario porta i segni della tragedia. Qualcuno ha lasciato davanti ai campanelli un mazzo di fiori per Silvano Tollardo, la moglie Carolina De Luca e il figlio Antonio, morti nel loro appartamento. I vigili del fuoco sono tornati oggi con la polizia scientifica per continuare gli accertamenti nell’officina davanti a cui restano calcinacci, e impilate alcune gomme e un paio di bombole di gas. “E’ evidente che l’incendio si è propagato molto velocemente – ha spiegato Daniele Panza, dirigente vicario dei vigili del fuoco – con effetti importanti. Bisogna capire quale è stata la dinamica”.
Gli altri abitanti, che vivono nella costruzione dietro il cortile, quindi non sulla strada, sono potuti tornare già nella notte nei loro appartamenti, una volta che i vigili del fuoco hanno accertato che l’androne del palazzo è sicuro e sono stati ricollegati i contatori dell’elettricità. Non è stato possibile attaccare solo quelli delle parti comuni, e perciò la protezione civile ha portato una torre faro nel cortile e l’illuminazione lungo le scale. Oggi Unareti dovrebbe riallacciare anche il gas.
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