Un recente rapporto americano sulla dipendenza da telefonini in famiglia non salva nemmeno gli adulti, sempre più in difficoltà a dettare regole ai figli.
Roma – I social non lasciano scampo alle famiglie. Il “deus ex machina” sceso sulla terra per offrire una soluzione a tutte le trame che si esplicano nel quotidiano, nell’era contemporanea può essere senz’altro considerato lo smartphone. Il processo è sempre lo stesso di ogni tecnologia. Prima seduce e poi avviluppa creando una forte dipendenza in chi la usa. Negli ultimi tempi sono cresciuti gli studi da cui emergono i suoi effetti collaterali che, a volte, possono essere anche deleteri. Un recente rapporto del “Pew Research Center, un centro studi statunitense che effettua ricerche sociali, demografiche e di analisi dei contenuti basate sui dati, ha evidenziato che, ormai, esiste un tratto in comune nella famiglia statunitense: l’abuso dello smartphone dei figli e dei genitori.
L’immagine tipo è rappresentata dai ragazzi chiusi nella loro stanza, i genitori sul divano, entrambi con lo sguardo spiritato fisso sullo schermo del cellulare. Anche l’espressione del viso partecipa all’evento, mostrando stupore, gioia o sbigottimento a secondo di ciò che circola in rete. Come dire che il dialogo intergenerazionale se ne è andato a ramengo, ognuno per fatti suoi e le comunicazioni arrivano via social. Oggetto dello studio, dall’eloquente titolo “Come adolescenti e genitori affrontano il tempo davanti allo schermo”, sono stati quasi 1500 adolescenti tra i 13 ed i 17 anni e relativi genitori.
Si è tentato di indagare le emozioni che gli adolescenti trasferiscono nei dispositivi tecnologici e le problematiche dei genitori nel crescere i figli nati nell’era digitale. I dati sono di un certo rilievo, a dimostrazione dell’estensione del fenomeno. Il 95% dei ragazzi ha accesso ad uno smartphone, di cui il 60% utilizza frequentemente i social. E’ emerso una differenza nelle risposta tra maschi e femmine. Solo il 38% dei primi ha dichiarato di trascorrere troppo tempo sui propri dispositivi, mentre le seconde hanno raggiunto la percentuale del 44%.
Secondo gli autori è molto probabile che i maschietti abbiano mentito e le ragazze siano state più sincere. Un altro aspetto interessante è stato il palpabile divario tra la sensazione che si ha all’interno del gruppo familiare sull’intrusione della tecnologia nella privacy e nel vissuto domestico e quotidiano. Gli adolescenti hanno manifestato una varietà di emozioni a secondo dell’avere o meno il cellulare. Il 75% di loro ha dichiarato di sentirsi felici con lo smartphone a loro disposizione. Al contrario, quando sono senza dispositivi, si sentono ansiosi, soli e sconvolti in varia misura. La diffusione e la relativa dipendenza dei cosiddetti “telefoni intelligenti” (traduzione dall’inglese smartphone), secondi i ricercatori investe le relazioni familiari, soprattutto sul monitoraggio esercitato dai genitori sull’uso del cellulare da parte dei ragazzi.
Gli adulti intervistati hanno dichiarato che questo aspetto suscita non pochi litigi. Inoltre, il 50% di loro ha spiato nei dispositivi dei ragazzi e il 43% degli adolescenti, maschi e femmine, hanno sostenuto che i genitori controllano i loro cellulari. Si tratta, comunque, di un argomento spinoso da cui sembra difficile districarsi. E come essere in un tunnel, senza riuscire a vederne la luce, seppure fioca. La tecnologia c’è e non se ne può fare a meno, bisogna gestirla con prudenza, perché gli effetti collaterali anche seri, sono stati confermati da numerosi studi scientifici.
Un uso smodato di questi infernali aggeggi provoca lo stesso meccanismo delle droghe: assuefazione, dipendenza e astinenza. E non c’è nessun metadone tecnologico all’orizzonte, che possa prevenire i sintomi dell’astinenza per disintossicarsi. E’ necessario il coinvolgimento di tutti, dalle istituzioni alle agenzie educative, dalle famiglie ai singoli cittadini, per compiere una scelta netta, inequivocabile, senza se e senza ma: distaccarsi dal cellulare, utilizzarlo solo ed esclusivamente per le necessità!