Il giorno dopo Caivano la polemica non si placa. La premier: “Basta insulti al governo”. Il governatore replica: “Comunica sua vera identità”.
Roma – Il duello tra la premier Giorgia Meloni e il governatore della Campania Vincenzo De Luca prosegue, ma a distanza. Ieri a Caivano il fuori programma che ha stupito e fatto discutere, in cui la presidente del Consiglio arrivando ha esordito con una battuta fulminante: “Presidente De Luca, quella str***za della Meloni”. Una stretta di mano e poi la stoccata che ha gelato il governatore campano dopo gli insulti ricevuti più volte. Un botta e risposta che contraddistingue da sempre il rapporto tra i due. Oggi la premier torna sulla vicenda: “Riguardo al presidente De Luca, io non ho litigato con nessuno. Mi limito a rispondere alle accuse infondate che vengono rivolte al governo”.
“L’altro ieri – spiega la presidente del Consiglio – De Luca ha detto che saremmo andati a Caivano per fare una passeggiata elettorale, ieri ha corretto il tiro e ha detto che non si riferiva a Caivano. Meglio cosi'”. “Ora – riprende – mi auguro che la Regione Campania faccia la sua parte, come a esempio sul potenziamento del trasporto pubblico tra Caivano e Napoli città, perché senza collegamenti veloci ed efficienti Caivano non può cogliere le opportunità di sviluppo e crescita che le vengono offerte”.
Ma De Luca non si placa e torna all’attacco parlando di “performance organizzate a tavolino” che “sono
francamente fuori contesto e fuori della realtà del nostro Paese. Ce le potremmo risparmiare”. Confessa di non aver capito subito cosa avesse detto Meloni: “Ieri non ho sentito le cose dette dalla premier, ho sentito solo quando si è avvicinata a me per dire ‘presidente come sta?’, Infatti ho risposto “sto bene in salute e
benvenuta qui’, poi ho appreso nel pomeriggio dai social della performance che era cominciata qualche metro prima, ma non avevo sentito sinceramente”.
Ma poi dall’innocenza passa di nuovo all’insulto: “Ho appreso dai social della raffinata eleganza con cui si era avvicinata al Presidente della Regione che era lì per accoglierla e darle il benvenuto. In ogni caso ho visto che la Meloni ci ha tenuto a comunicare la sua nuova e vera identità e noi non possiamo che concordare ovviamente”. Poi parlando con i giornalisti a margine del terzo meeting dei ‘Grandi ospedali tra intelligenza artificiale e sostenibilità’, il governatore fa notare: “Siamo qui per affrontare i problemi della sanità – incalza – siamo qui per fare i conti con un sistema sanitario pubblico che è in ginocchio. Abbiamo una realtà nella quale rischiamo di chiudere i pronto soccorsi. Forse su questo sarebbe bene che il Governo nazionale dedicasse un po’ più di attenzione”.
E devia l’attenzione sull’incidente diplomatico, non il primo di una lunga serie, assestando un altro colpo: “Dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni ieri mi sarei aspettato innanzitutto una visita a Brescia. Era una data simbolo per il nostro Paese, mentre i campetti di Caivano si possono inaugurare in qualunque momento. Quell’anniversario no, quindi sarebbe stato doveroso innanzitutto andare a Brescia a rendere omaggio ai caduti, a riconfermare l’impegno contro il neofascismo che ha tormentato l’Italia per decenni. Ma il presidente del Consiglio decide il suo programma”.