Il 15enne morto di leucemia e beatificato dal Pontefice nel 2020 è considerato il modello di santità nell’era digitale, pregato sul web.
Roma – Sarà santo Carlo Acutis, lo studente morto a 15 anni beatificato da Papa Francesco nel 2020. Il Pontefice, durante l’udienza al cardinale Marcello Semeraro, prefetto per le Cause dei Santi, ha autorizzato il Dicastero a promulgare il decreto per il miracolo attribuito al ragazzo di Monza morto di leucemia nel 2006. Il giovane nato il 3 maggio 1991 a Londra e scomparso troppo presto, è considerato il “patrono di internet”, per la sua passione per l’informatica. A lui viene attribuita la frase pronunciata durante l’ultima fase della malattia: “L’Eucarestia è la mia autostrada per il paradiso”.
Appena adolescente, era diventato assistente catechista nella sua parrocchia. Di lui si racconta di quanto fosse affascinato dal potenziale di bene che vedeva nello sviluppo di internet, che vedeva “come un modo per evangelizzare”. Nel caso di Acutis, è stata ritenuta miracolosa la guarigione di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni, affetto da pancreas anulare, una rara malattia congenita del pancreas. Emersa da un esame clinico nel 2012, secondo i medici poteva essere corretta solo con un intervento chirurgico.
Carlo è considerato il primo santo dei Millennials: è pregato in tutto il mondo e sul web. “Ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangel – ha detto papa Francesco – per comunicare valori e bellezza. Non è caduto nella trappola“. Nato nella capitale inglese, era cresciuto a Milano e frequentava il Leone XIII. Aiutava i clochard, suonava il sassofono, giocava a pallone e progettava programmi al computer. La sua specialità che ha saputo unire alla fede. Il santo del web ha lasciato tanti segni della sua generosità in città: dai poveri alla mensa Caritas ai bambini della parrocchia di Santa Maria Segreta. A lui è stato dedicato lo studentato milanese di via Barilli.
Lo studente milanese morì il 12 ottobre 2006 all’ospedale San Gerardo di Monza ed è stato riconosciuto, nonostante la sua breve vita, come modello di fede cristiana. Papa Francesco, nell’esortazione apostolica “Christus vivit”, in occasione della sua beatificazione, lo ha proposto ai giovani come modello di santità dell’era digitale. Per questo di Acutis, cultore delle nuove tecnologie (che usava assiduamente per trasmettere i valori cristiani) si parla come di un “patrono” di Internet. La sua reliquia è custodita da febbraio scorso a Saronno, nel Santuario della Vergine dei Miracoli.
Sarà santo anche Giuseppe Allamano, sacerdote fondatore dell’Istituto delle Missioni della Consolata, nato a Castelnuovo Don Bosco il 21 gennaio 1851 e morto a Torino il 16 febbraio 1926, e anche i beati Emanuele Ruiz e sette compagni, dell’Ordine dei Frati Minori, e Francesco, Abdel Mooti e Raffaele Massabki, fedeli laici, uccisi a Damasco (Siria) tra il 9 e il 10 luglio 1860. I decreti promulgati oggi, giovedì 23 maggio, prevedono inoltre che ci saranno nuovi beati: Giovanni Merlini, sacerdote e moderatore generale della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue morto a Roma il 12 gennaio 1873, Stanislao Kostka Streich, sacerdote diocesano, ucciso il 27 febbraio 1938 a Luboń (Polonia) e Maria Maddalena Bódi, fedele laica, uccisa il 23 marzo 1945 a Litér (Ungheria).
Un ulteriore decreto del Papa riguarda, infine, il riconoscimento delle “virtù eroiche” di Enrico Medi, fedele laico, nato il 26 aprile 1911 a Porto Recanati e morto a Roma il 26 maggio 1974. Il prof. Medi, fisico e divulgatore scientifico, dal 1949 direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e dal 1958 vice presidente dell’Euratom, è stato un notissimo volto televisivo nell’epoca delle esplorazioni astronautiche: il 20 luglio 1969 commentò e partecipò alla lunga diretta tv dello sbarco sulla Luna da Roma insieme ai giornalisti Tito Stagno, Andrea Barbato, Piero Forcella e Ruggero Orlando.