Bonelli visita Salis in carcere a Budapest: “Vuole battersi per i diritti degli ultimi”

Il segretario di SI Fratoianni da Genova fa un confronto tra la candidata con Avs alle europee e Chico Forti: “Governo a targhe alterne”.

Roma – “Ho appena incontrato Ilaria Salis nel carcere di Budapest dove è detenuta da 16 mesi. Ilaria ha sempre respinto le accuse dichiarandosi innocente”. Ad annunciarlo via X il portavoce di Europa Verde e
deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, dopo aver visitato l’attivista detenuta in Ungheria e candidata con AVS per le europee. Il parlamentare racconta di “un colloquio intenso, Ilaria ha detto che vuole battersi per i diritti degli ultimi e ringrazia tutti con il suo cuore”. Poi a fare il paragone tra Salis e la vicenda del rientro di Chico Forti dagli Usa, portando lo scontro sul piano politico, è il collega Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana
. Che da Genova – guarda caso – presenta la proposta di legge per vietare i finanziamenti alla politica da parte di privati con interessi nella Pa.

Per Fratoianni è “arrivato il momento di una svolta. Siamo garantisti, certo, e garantisti rimaniamo a maggior ragione di fronte ad un governo a targhe alterne: quella destra – fa notare – che porta la presidente del Consiglio Meloni ad accogliere all’aeroporto Chico Forti, che rimane un condannato per omicidio, e che ci accusa per la candidatura di Ilaria Salis, una cittadina italiana che rischia decenni di anni di carcere per accuse che in Italia non l’avrebbero neanche portata a processo”. Ed è ora, dice il segretario di SI, “di liberare la Liguria da tutti i punti di vista, Toti si deve dimettere perché nessuna vicenda personale può tenere sotto sequestro la Regione”.

Chico Forti accolto dalla premier e Ilaria Salis

Ma tornando al caso Salis, ieri è partito l’iter per il pagamento di 40mila euro per la cauzione, dopo che l’attivista ha ottenuto gli arresti domiciliari. Nei giorni scorsi il padre, Roberto Salis, aveva lanciato un allarme in vista dell’uscita della figlia dal carcere di Budapest. Aveva chiesto a tutti i giornalisti di non presentarsi davanti al carcere dove è detenuta Ilaria perché ci sono forti timori per la sua sicurezza e quindi, quando uscirà, andrà nel suo domicilio in modo riservato”. Un appello quello del padre dell’attivista, lanciato alla stampa in previsione dell’uscita dall’istituto penitenziario ungherese Gyorskocsi Utca. E oggi, mentre Bonelli è in visita a Budapest, Roberto Salis torna sull’argomento a margine della conferenza stampa di Avs in Campidoglio.

 “Se siamo preoccupati che possa accadere qualcosa a Ilaria nella nuova residenza? La richiesta dei domiciliari l’abbiamo presentata mi pare sette volte e solo quest’ultima volta abbiamo inserito i domiciliari in Ungheria perché avevamo problemi di sicurezza. Dopo quello che è successo il 29 gennaio – spiega – ci sono stati dei contatti più serrati con il ministero, per cui abbiamo ricevuto qualche garanzia che prima non avevamo mai avuto su questo aspetto. Però comunque permane la situazione: in Ungheria ci sono stati i murales di Ilaria impiccata, il giorno dopo che è stata arrestata sono stati pubblicati su un sito di estrema destra la sua fotografia, il suo nome e cognome, l’indirizzo di casa di residenza a Milano e questo è rimbalzato su siti di estrema destra in Italia. Per cui anche qui non eravamo del tutto tranquilli”.

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