ROMA – SOLTANTO DI BATTISTA ESULTA. LE CLAUSOLE DELL’ACCORDO NON SCONTENTANO NESSUNO.

L'accordo con Società Autostrade non scontenta nessuno e poi bisogna vedere se tutto ciò che è stato scritto nell'accordo verrà rispettato. I Benetton, questo è sicuro, non si tirano certo i capelli.

Roma – Si dice soddisfatto Alessandro Di Battista dell’accordo raggiunto dal governo in merito all’affaire Autostrade per l’Italia. L’eclettico pentastellato si mostra favorevole alla nazionalizzazione di alcune arterie fondamentali dell’infrastruttura italiana, e plaude alla fermezza del Movimento 5 stelle durante il Consiglio dei Ministri finito a tarallucci e vino:

“…Io non sono obbligato – esordisce Di Battista nel suo video diffuso sui social – a difendere il governo, anzi, quando c’è stato da criticare il Movimento non mi sono tirato indietro… In attesa di leggere gli atti ufficiali vedo che con piacere che lo Stato è diventato primo azionista di una realtà che in mano ai privati ha portato alla morte di 43 persone soprattutto a causa dei tagli fatti sulla sicurezza. Non esiste in Italia un precedente simile. Ieri notte una famiglia di potenti è stata “presa a schiaffi”, grazie alla durezza del M5S e del premier che ha sposato la linea dei grillini. Probabilmente all’interno della famiglia Benetton oggi ci sarà grande amarezza ma è importante sottolineare che non esisteva nessuna bramosia di vendetta. C’era, dall’altra parte, la necessità delle Stato di riprendere il controllo delle autostrade e di ammonire i Benetton di domani. Voglio sperare che l’episodio di ieri possa costituire un precedente, un monito, per tutte le società che avranno in concessione dallo Stato qualche settore strategico. La decisione di ieri può e deve essere un precedente…”.

Alessandro Di Battista

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Di Battista continua la sua ripresa soffermandosi ad analizzare l’operato del governo e spendendo parole di plauso:

…Vedere De Benedetti – conclude Di Battista – che si scaglia contro il governo per cercare di riabilitare Berlusconi, ovvero pregiudicato, non fa altro che dare forza alla mia posizione di solidarietà verso questo esecutivo. L’alternativa a Conte è un governo dalle larghe intese che favorirebbe solo le “larghe imprese”. Quello di ieri è stato un passo importante, ora per essere totalmente soddisfatto aspetto di vedere la riduzione delle tariffe sui tratti autostradali gestiti dallo Stato e un piano d’investimenti da spendere nella manutenzione e nella sicurezza dei cittadini…”.

Ottimi affari anche stavolta, poteva andare peggio.

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Di Battista non vede oltre il suo naso. Sarebbe il caso di rinfrescargli la memoria specie sulla trattativa Governo-Società autostrade che presuppone diversi punti fermi non tutti favorevoli allo Stato. Ecco l’accordo in step:

  • Misure compensative ad esclusivo carico di ASPI per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro;
  • ridefinizione delle clausole della convenzione con lo scopo di adeguarle all’articolo 35 del decreto-legge “Milleproroghe” (decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162); 
  • rafforzamento del sistema dei controlli a carico del concessionario;
  • aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni da parte del concessionario;
  • rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) e i ricorsi per contestare la legittimità dell’art. 35 del decreto-legge “Milleproroghe”;
  • accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’ART con una significativa moderazione della dinamica tariffaria.

    Tariffe ritoccate in ribasso?

  • In vista della realizzazione di un rilevantissimo piano di manutenzione e investimenti, contenuto nella stessa proposta transattiva, Atlantia S.p.a. e ASPI si sono impegnate a garantire:
  • l’immediato passaggio del controllo di ASPI a un soggetto a partecipazione statale (Cassa depositi e prestiti – CDP), attraverso:
  • la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP;
  • l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali;
  • la cessione diretta di azioni ASPI a investitori istituzionali di gradimento di CDP, con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi;
  • la scissione proporzionale di Atlantia, con l’uscita di ASPI dal perimetro di Atlantia e la contestuale quotazione di ASPI in Borsa. Gli azionisti di Atlantia valuteranno la smobilizzazione delle quote di ASPI, con conseguente aumento del flottante.

In alternativa Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in ASPI, pari all’88%, a CDP e a investitori istituzionali di suo gradimento. I Benetton non sono comunque messi cosi male. Le promesse agli italiani erano ben diverse. 

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