La premier sferra l’attacco all’Europa che finora si è occupata di questioni di “lana caprina”. L’opposizione “Ha scaricato Von der Leyen”.
Roma – “Se la storia chiama quelli come noi non si tirano indietro. Nessun cambiamento in Europa è possibile senza i Conservatori europei, e questo è un fatto. Noi siamo il motore e i protagonisti della rinascita del nostro Continente”. Giorgia Meloni suona la carica e invita le destre all’unità, a lavorare “tanto e insieme” per “sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti” a Bruxelles in vista del “voto decisivo” di giugno in modo da costruire un’Ue “diversa e migliore”. La premier si collega in video a “Europa Viva 24”, evento organizzato al Palacio de Vistalegre di Madrid dal partito spagnolo nazionalista “Vox” guidato da Santiago Abascal (“amico mio”, esordisce Meloni). E in veste di presidente dell’Ecr Party riceve in dote anche la sponda di Marine Le Pen, presente alla kermesse sovranista.
Con Meloni “ci sono punti in comune” dice la leader del Rassemblement National spiegando che insieme a Matteo Salvini (suo alleato nel gruppo Id in Europa) “non c’è dubbio che ci siano delle convergenze per la libertà dei popoli che vivono” nel Vecchio Continente. Applaude la Lega. “Le parole di Marine Le Pen sono sagge – scrive in partito di Salvini – e confermano la necessità che tutte le forze di centrodestra si uniscano per cambiare finalmente l’Europa. È necessario che la totalità dei partiti alternativi alla sinistra, anche in Italia, confermino l’indisponibilità ad alleanze innaturali con i socialisti o con il bellicista Macron”.
Protestano, invece, le opposizioni italiane che accusano la premier di anti-europeismo. “Sta cancellando la libertà delle persone. Fieri della nostra identità antifascista” tuona Elly Schlein. “Non sceglie i conservatori e i moderati ma gli xenofobi e i sovranisti”, lamenta Raffaella Paita, coordinatrice nazionale Iv. “Ha scaricato von der Leyen”, le fa eco il collega a Palazzo Madama Enrico Borghi. “Getta la maschera moderata” rincara Massimiliano Smeriglio, eurodeputato Avs. “Georgia Meloni”: nonostante sui grandi schermi della kermesse, la vocale sbagliata nel nome della premier brilli in primo piano, la platea non si distrae. La premier descrive “un Continente stanco, remissivo, viziato, in declino” e sollecita allo stesso tempo a “guardare lontano” perché “quando la storia chiama quelli come noi non si tirano indietro”.
Partendo dal presupposto che la legislatura uscente “è stata contrassegnata da priorità e strategie sbagliate” Meloni rivendica che “mentre altre forze politiche hanno sostenuto accordi innaturali con le sinistre, producendo l’imposizione dell’agenda verde e progressista, noi ci siamo sempre battuti, spesso soli, per una Ue diversa”. Parole lette, da alcuni esponenti del centrosinistra, come acqua gelida sull’asse con Ursula von der Leyen candidata a presidente della Commissione Ue per le prossime elezioni dal Ppe, la famiglia europea di Forza Italia.
“Caro Santiago, amico mio. Abbiamo iniziato nel 2019 il nostro percorso comune al Parlamento europeo. E da allora – è l’inizio dell’intervento di Meloni – le nostre vicende politiche si sono sempre somigliate molto. Fin dal primo momento hanno provato a denigrarci. Hanno provato a isolarci. Hanno provato a dividerci. E hanno finito per rafforzarci. Oggi, Fratelli d’Italia – ricorda la presidente del Consiglio – è il primo partito italiano e “Vox è diventato il terzo partito spagnolo. Un partito solido e ben radicato in tutta la nazione. Un partito che ha un grande futuro davanti a sè e che sarà decisivo per cambiare sia Madrid che Bruxelles”. Un attacco all’Ue che deve cambiare che la premier prosegue a Mattino Cinque.
“L’Unione europea era troppo impegnata su questioni di lana caprina da non accorgersi per esempio che le
nostre nazioni non controllavano più niente per quanto riguardava approvvigionamenti fondamentali – spiega Meloni – non eravamo padroni della nostra energia, non eravamo padroni di materie prime. Qualcuno quando noi anni fa dicevamo che servisse una sovranità alimentare ci diceva in risposta che eravamo autarchici. Poi ci siamo accorti che quando dipendi da nazioni che non puoi controllare non sei padrone del tuo destino”. “Il paradosso è che in Europa sappiamo come cucinare gli insetti ...non abbiamo politica estera, di difesa, e di controllo delle catene di approvvigionamento, ma sappiamo come cucinare insetti autoctoni”, ironizza. “Oggi la sfida dell’Europa è tornare padrona del suo destino”, conclude.
Pronta la replica della segretaria del Pd. “Giorgia Meloni, tra nazionalisti, franchisti e amici di Trump, ci attacca dalla Spagna dicendo che la sinistra cancella l’identità. Un giorno ci spiegherà – afferma Schlein – che cosa vuol dire, nel frattempo le ricordiamo dall’Italia che dopo un anno e mezzo al governo, lei sta cancellando la libertà delle persone. Perché non c’è libertà se hai un salario da fame, e non puoi pagare l’affitto. Siamo fieri della nostra identità antifascista che viene dalla Costituzione, e vorremmo lei potesse dire lo stesso. Perché del fatto che sia donna, madre e cristiana – conclude la leader dem – gli italiani che non riescono a portare il pane a casa non se ne fanno nulla”.