Il Papa sulla natalità: “Promuoverla con realismo e coraggio”. Prosegue la polemica

I ministri Giorgetti e Valditara dopo le contestazioni a Roccella danno forfait. Locatelli va: “Abbiamo parlato di misure concrete”.

Roma – Per promuovere la natalità “a livello istituzionale, urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine, per seminare oggi affinché i figli possano raccogliere domani. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni. Si tratta di attuare serie ed efficaci scelte in favore della famiglia”. Papa Francesco entra nel dibattito spinoso che ieri ha generato contestazioni alla ministra Eugenia Roccella, intervenendo agli Stati generali della Natalità, in corso a Roma. “Ad esempio – dice sua Santità -, porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli. Oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”.

Le misure invocate dal Papa per mettere le donne nella condizione di non dover scegliere sono quelle che da sempre persegue la ministra della Famiglia contestata e costretta a lasciare ieri il palco. A mettere il carico in una questione che tiene banco tra le polemiche anche Gianluigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità: “Ci siamo sentiti abbandonati dalle istituzioni – insorge – che non si sono degnate di una parola di solidarietà nei confronti di questo evento, come se ci fossero persone di serie A e di serie B, come se togliere la parola a un ministro fosse una cosa più grave che toglierla a una mamma o a tutti i ragazzi delle scuole”.

Eugenia Roccella

La tensione del governo per quanto accaduto è palpabile, tanto che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha disdetto la sua partecipazione agli Stati Generali della Natalità in agenda, dopo le contestazioni alla ministra Roccella. Anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Giuseppe Valditara ha chiesto gli organizzatori che non venga trasmesso il video preparato per l’evento. Ha deciso di andare invece il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli: “Abbiamo parlato di misure concrete e di come supportare un tema sempre più centrale per le politiche del nostro Paese e dell’Europa. La Lega, con i suoi amministratori a tutti i livelli istituzionali, ha intenzione di continuare a lavorare anche per sburocratizzare e semplificare l’accesso a misure e servizi”.

E Matteo Renzi richiama le parole del Capo dello Stato:  “Meno male che c’è Mattarella. Ha usato parole chiare. È legittimo contestare, poi però uno si ferma e fa parlare. Mi dà l’impressione di un gioco delle parti per aizzare le rispettive tifoserie, è uno scandalo non far parlare una ministra, ma dall’altro trovo che ci sia il desiderio di esasperare la discussione”. Anche il governatore dell’Emilia Romagna e candidato alle europee per il Pd Stefano Bonaccini riconosce l’errore. Sbagliato “impedirle di parlare ma sono convinto – fa notare – che le donne non si faranno imporre dalla ministra Roccella né da nessun altro di cosa devono decidere per il loro corpo”.

Roberto Saviano

Sta dalla parte dei contestatori invece Roberto Saviano: alla domanda “Non è un autogol contestare un ministro?”, risponde “Assolutamente no, è una pratica democratica. Anzi, è il contrario della censura”. “Non può esistere un potere censurato – scandisce l’autore di Gomorra -. Chi contesta sta esercitando un diritto democratico. Capisco il fastidio della ministra, lo comprendo, ma deve raccogliere questa responsabilità. Quei ragazzi e quelle ragazze stavano difendendo un diritto sistematicamente aggredito”. Roccella dopo le contestazioni ha tirato in ballo proprio Saviano e altri intellettuali colpevoli di “censura aggressiva”. A proposito di censura “vorrei sentire la solidarietà dei vari Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio“, ha replicato.

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