Il 3 maggio a Termini Imerese l’iniziativa che commemora la scomparsa, il 5 maggio 1960, del fondatore del settimanale “Prospettive Siciliane”.
Palermo – Organizzata dal giornale online Esperonews e dal Liceo Scientifico “Nicolò Palmeri”, si terrà venerdì 3 maggio 2024 alle ore 10 presso l’auditorium del Liceo Scientifico “Nicolò Palmeri” in Piazza Giovanni Sansone, 12 a Termini Imerese l’iniziativa “Cosimo Cristina, il coraggio della verità: in memoria del giovane giornalista termitano ucciso dalla mafia”. Previsti gli interventi di Marilena Anello, Dirigente Scolastica del Liceo Scientifico “Nicolò Palmeri”, di Vincenzo Bonadonna, Giornalista della Redazione di Italpress, di Carmen Cera, Referente legalità del Liceo Scientifico “Nicolò Palmeri”, di Giusi Conti, Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” di Trabia, e di Alfonso Lo Cascio, Giornalista, Direttore del giornale Espero.
Cosimo Cristina nasce a Termini Imerese l’11 agosto 1935. Tra il 1955 e il 1959 collabora come corrispondente per il giornale L’Ora di Palermo, per Il Giorno, per l’agenzia Ansa, per il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel ’59, fonda il settimanale Prospettive Siciliane. La rivista racconta la mafia di Termini e della Madonie in anni in cui molti non osavano nemmeno nominarla. Iniziano per Cosimo le minacce e le querele. Tante le inchieste da lui condotte: l’omicidio del sindacalista Salvatore Carnevale e del sacerdote Pasquale Culotta, avvenuta a Cefalù nel 1955, la morte di Agostino Tripi, il processo per l’omicidio di Carmelo Giallombardo. Il pomeriggio del 5 maggio 1960, ad appena 25 anni, Cosimo Cristina viene ritrovato privo di vita nel tunnel ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Trabia. Non viene nemmeno disposta l’autopsia: per gli inquirenti si tratta di suicidio. La Chiesa vieta di celebrare i funerali. Ma i dubbi già allora erano tanti, qualcosa non quadrava. Ma quella mafiosa era negli sessanta la cultura vincente: una spessa coltre di oblio venne stesa sul giovane che venne vergognosamente dimenticato.
A sollevare la questione e a far notare alcune incongruenze furono prima i parenti, poi i colleghi de L’Ora di Palermo, quindi il coraggioso giornalista Mario Francese (anch’egli successivamente vittima di mafia), ma si dovettero attendere ben sei anni perché il caso venisse riaperto. Nel 1966 si effettuò l’autopsia sul corpo del giornalista: i periti Marco Stassi e Ideale Del Carpio esclusero la tesi dell’omicidio e confermarono quella del suicidio. Da quel momento sulla figura di Cosimo Cristina calò l’oblio e il cronista venne del tutto dimenticato.
Nel 1999 il giornalista catanese Luciano Mirone riesumò il caso e scoprì che nel 1966 il Vice Questore di Palermo Angelo Mangano, famoso per una foto che ha fatto il giro del mondo mentre ammanetta il boss di Corleone Luciano Liggio, riaprì l’inchiesta e stilò un rapporto esplosivo. Mangano aveva infatti scoperto che il cronista era stato ucciso, ed in seguito il corpo deposto sui binari per simulare il suicidio. Tale versione dei fatti venne però screditata dal risultato dell’autopsia. Mangano accusò il consigliere della Democrazia Cristiana Agostino Rubino (uno dei capimafia di Termini) e il boss Santo Gaeta di essere stati i mandanti del delitto. Tuttavia entrambi vennero poi scagionati.
A distanza di molti anni, Mirone riprese quel carteggio e lo riportò alla luce, mettendo in risalto le contraddizioni del referto autoptico, sottoposto all’attenzione di Vincenzo Milana, professore di Medicina legale dell’Università di Catania. Chiese quindi alla Procura di Palermo, attraverso una raccolta di firme, la riapertura dell’inchiesta, ma l’esito fu negativo.
Nel corso degli ultimi anni vi è stato un lento recupero della memoria storica del coraggioso giornalista, attraverso inchieste su libri e giornali, come quello di Luciano Mirone, che ne “Gli insabbiati”, vengono ricostruiti gli atti processuali e raccontata la storia del giovane Co. Crì. (come amava firmare i suoi articoli). Inoltre il lavoro di diverse scuole termitane che hanno incluso nei loro progetti sulla legalità la figura di Cosimo Cristina, l’intitolazione di una strada al giovane su proposta della rivista Espero, l’inserimento del pannello su Cosimo, da parte dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, nella mostra dedicata ai cronisti italiani uccisi.
Nel 2000 l’Amministrazione comunale di Termini Imerese dedicò una via al giornalista scomparso. E per il cinquantesimo anniversario della morte del coraggioso giornalista, il 5 maggio del 2010, su iniziativa della rivista Espero, insieme al Comune di Termini Imerese e all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stata collocata una lapide nel luogo in cui venne rinvenuto il corpo. Il 21 marzo 2017, infine, è stata dedicata in suo onore l’aula magna dell’istituto comprensivo Tisia d’Imera di Termini Imerese.