Il leader di Sud Chiama Nord ora sta bene, ma per precauzione è stato necessario il ricovero per alcuni accertamenti medici.
Messina – Cateno De Luca è stato ricoverato ieri sera al Policlinico per un malore al termine di un comizio. A renderlo noto è stato il movimento Sud Chiama Nord, con una nota, in cui viene sottolineato che “De Luca sta bene, ma per precauzione è stato necessario il ricovero per alcuni accertamenti medici”. Dall’ospedale, gli è stato consigliato di tenersi a riposo. Tutti gli eventi in programma sono stati rinviati. “Si prevede che De Luca riprenderà le sue attività pubbliche non appena possibile”, spiega la nota di Sud Chiama Nord. Anche la presidente del partito, Laura Castelli, ha risposto alle domande dei giornalisti davanti a Palazzo Chigi in merito al malore accusato da De Luca, dicendo: “Si sta riprendendo”.
L’istrionico 52enne sindaco di Taormina, si legge sempre nella nota ufficiale, “era impegnato ieri in una serie di incontri nei comuni della Riviera Jonica per presentare il progetto politico per le europee. Il malore si è verificato al termine dell’ultimo comizio, a Itala. Prima De Luca era stato a Sant’Alessio, Furci, Roccalumera e Nizza. Una serie di incontri che De Luca aveva voluto fare fortemente nonostante già dalla mattina avesse la febbre molto alta“.
Ma nonostante il malore le attività proseguono. Sia De Luca sia Castelli hanno preso posizione in merito al nodo delle firme per la presentazione delle liste per le prossime elezioni europee. “Chiediamo ufficialmente un immediato incontro al sottosegretario Fazzolari e allo staff della Meloni per discutere di estendere l’esenzione firme – dicono – a tutti i partiti minori, così da agevolare la democrazia ed evitare che il governo Meloni favorisca solamente il partito di Marco Rizzo con una norma ‘ad personam’ a discapito di tutti gli altri partiti, creando un precedente gravissimo per un Paese che si definisce democratico”.
Per i due rappresentanti si tratta di “un atto gravissimo di ‘lupara governativa’”, per questo oltre all’incontro con la presidenza del Consiglio rivolgono un “appello pubblico al Presidente della Repubblica, in qualità di garante della democrazia, affinché non si compia un atto del genere nel giorno del deposito delle liste per le elezioni europee, agevolando un soggetto che a ora non ha i requisiti per partecipare alle elezioni e che agisce sapendo che li avrà. Se democrazia deve esserci, allora sia per tutti”.