Sequestrati dalla Gdf quasi 30mila litri di prodotto petrolifero, parte del quale era fuoriuscito a causa del violento impatto.
Bolzano – La Guardia di Finanza ha denunciato per contrabbando l’autista di uno dei mezzi pesanti che lo scorso 11 aprile è rimasto coinvolto in un grave incidente sull’A22 in direzione sud, nel tratto tra Vipiteno e Bressanone. Sul posto erano intervenuti numerosi mezzi di emergenza e, tra gli altri, i Vigili del Fuoco, chiamati a mettere in sicurezza il tratto autostradale e scongiurare un potenziale pericolo di incendio, dovuto al riversamento sulla carreggiata di parte del carburante trasportato su uno dei due camion.
Nel vano di carico dell’autoarticolato vi erano, infatti, ben 29 fusti in plastica, ciascuno della capacità di mille litri, pieni di prodotto petrolifero, parte del quale era fuoriuscito a causa del violento impatto. Questo ha indotto gli Enti del soccorso intervenuti sul posto a richiedere – tramite la sala operativa del Comando Provinciale della Guardia di Finanza – l’intervento di una pattuglia del Corpo, per gli accertamenti in ordine alla regolarità di quel trasporto.
Sul posto è intervenuto un equipaggio della Compagnia di Bressanone, che ha collaborato alle operazioni di ripristino del tratto stradale e, dunque, ha verificato le modalità del trasporto, sia attraverso l’analisi dei documenti a bordo del mezzo, sia mediante il prelievo di campioni del prodotto, per l’esecuzione di analisi chimiche volte ad accertarne la natura. Tali approfondimenti e le informazioni acquisite dal conducente, intanto condotto presso l’Ospedale di Bressanone per accertamenti, hanno evidenziato – in primo luogo – come quel trasporto, partito dalla Germania e diretto, sulla base di quanto indicato nei documenti di trasporto, in Ungheria, non avrebbe dovuto interessare il territorio italiano.
Il trasporto di prodotti petroliferi è, infatti, sottoposto a un rigoroso regime di tracciabilità, anche mediante l’utilizzo di documenti telematici, funzionale ad evitarne il contrabbando. Le Fiamme Gialle hanno, poi, accertato che – nonostante sui documenti di accompagnamento fosse indicato il trasporto di “olio anticorrosivo” – quello effettivamente trasportato è un prodotto classificabile tra i cosiddetti designer fuels, miscele idrocarburiche formalmente rientranti tra gli oli che, tuttavia, mantengono caratteristiche, in termini di capacità di combustione, analoghe a quelle del gasolio.
Questo espediente è funzionale ad aggirare il sistema di monitoraggio sulle movimentazioni dei prodotti petroliferi ed eludere le Accise, ovvero l’imposta che grava su benzina e gasolio per realizzarne, appunto, il contrabbando. Il fenomeno riscontrato dai finanzieri brissinesi si inserisce tra i variegati meccanismi di frode che si registrano nel settore dei carburanti, il cui valore ammonta – secondo le stime dell’Agenzia delle Dogane, ad oltre 2 miliardi di euro l’anno sottratti all’Erario.