I tre componenti potrebbero avere successo quanto meno come coadiuvanti terapeutici contro il pericoloso virus dagli occhi a mandorla
I timori verso questo “coronavirus cinese” (nCoV-2019), ci sembrano veramente eccessivi se consideriamo la percentuale di decessi rispetto ai contagi (poco più di 1000 su circa 43000 secondo l’ISPI) in Cina. I suoi sintomi includono: naso che cola, tosse, malattia del tratto respiratorio superiore da lieve a moderata, gola infiammata. Insomma metà della popolazione diventa “sospetta”. Un virus appartenente allo stesso genere aveva causato anche la SARS (aviaria), con cui ci spaventarono nel 2003 definendola flagello dell’umanità, ma dimenticata dopo qualche mese.
Un rimedio antivirale naturale generale, di grande efficacia è la vitamina C, che per la sua azione di potente antiossidante permette al corpo di mantenere un’ottima efficienza, in particolare per combattere i virus, mentre lo stress (come la paura), crea infiammazioni, che inibiscono questa efficienza. È fondamentale associarvi lo zinco, particolarmente capace di impedire le infezioni respiratorie o perlomeno il raffreddore, oltre che accelerarne grandemente la guarigione. Lo zinco è inoltre importante dopo i cinquant’anni per la sua azione sull’ipofisi, “regista” di tutto il mondo ormonale, che ci dà efficienza ed energia, ed è quindi l’integratore fondamentale per restare in forma.
Quando sulle confezioni di integratori si trova scritto vitamina C, si intende sintetica, e come tale con un potenziale di assorbimento da parte dell’intestino molto basso, che può essere in parte migliorato dalla contemporanea assunzione di frutta, soprattutto di agrumi. L’assorbimento ottimale è invece della vitamina C naturale, che si trova, come detto, negli agrumi, ma soprattutto nell’estratto di acerola, una sorta di ciliegia tropicale di cui si può trovare il concentrato in pastiglie in erboristeria.
Contro il virus “cinese”, possiamo citare diversi studi abbastanza recenti (tra cui uno italiano), che attribuiscono alla glicirrizina della liquirizia, in sostanza al suo succo (come quello che si trova anche nelle caramelle nere), un’azione antivirale a largo spettro e in particolare specifica contro i coronavirus, in quanto ostacola il loro attaccamento alle membrane cellulari, oltre a stimolare la secrezione di interferone tra le cellule stesse.
Uno studio del 2008 del Luton & Dunstable Hospital del Regno Unito, NHS Foundation Trust, aveva già testato estratti di radice di liquirizia contro un numero di virus, tra cui HIV e SARS. Si era scoperto che l’estratto scomponeva l’involucro virale e potenziava l’attività immunitaria. Per i ricercatori dell’Università di Padova, la liquirizia ha mostrato una azione antivirale contro i coronavirus correlati alla SARS, sia aumentando la resistenza delle cellule all’infezione, che potenziando l’attività immunitaria fisiologica. Questo è un esempio di come la natura possa aiutare il corpo senza interferire.