LE SETTE CAMBIANO VESTE MA LE TECNICHE SONO LE STESSE

Sempre più numerose le persone che cadono nei tranelli di organizzazioni laiche e religiose finalizzate al plagio e alla riduzione in schiavitù

Molte persone, in particolare coloro che sono in difficoltà dal punto di vista sociale, familiare, economico, psicologico e della vita di relazione, ma anche individui che sembrano avere tutto ciò che si può desiderare dalla vita, cadono vittime di manipolazioni ed “adescamenti” da parte di gruppi settari o convenzionalmente definiti tali.
Michelle Hunziker è uno dei più noti personaggi televisivi che ha raccontato, a cuore aperto, la sua lunga esperienza negativa all’interno di una setta e come ne è uscita. Come lei tante altre persone raccontano di casi simili e di altrettante liberazioni da gratuite costrizioni e violenze.
La polizia di Stato nel 2006, a fronte di un pericoloso incremento di queste realtà devianti e degli effetti devastanti sugli adepti, ha istituito la squadra speciale Antisette.

Michelle Hunziker

Prima di catalogare un movimento come una setta, con tutto il precipitato negativo che questo termine porta con sé nell’opinione pubblica, è bene usare i guanti di velluto e andare a vedere che cosa sia realmente una setta.
In realtà, consultando il dizionario, si legge che la setta è letteralmente “associazione di persone che seguono e difendono una particolare dottrina filosofica, religiosa o politica”. Un concetto, dunque, che caratterizza una realtà sociale che non necessariamente deve avere peculiarità negative, laddove opera in un senso socialmente e/o culturalmente orientato, non contrario alle norme imperative dell’ordinamento giuridico.
Una setta è, in senso generale, un gruppo di persone che segue una dottrina religiosa, filosofica o politica minoritaria la quale, per particolari aspetti dottrinali o pratici, si discosta da una dottrina preesistente già diffusa e affermata. Questa è, in sintesi, la linea di demarcazione tra una setta e una religione o una dottrina filosofica o politica di maggioranza, che conta un numero più elevato di seguaci.
Le diverse realtà settarie, comunemente vengono così catalogate: le psicosette (il 41% dei casi), i gruppi che praticano culti estremi (30%), le sette magico esoteriche, spesso di orientamento satanista (16%) e quelle pseudo-religiose (13%). In quest’ultima categoria alcuni vogliono includere anche Scientology, altri invece identificano questo gruppo come una vera e propria religione: il tema è ancora aperto.

Maria Carla Bocchino primo dirigente della Polizia di Stato, direttore della Squadra anti sette SAS

I seguaci delle sette, i cui comportamenti provocano conseguenze dirette nei riguardi di parenti, amici e conoscenti, sono spesso vittime di manipolazioni mentali, di violenze, di plagio e vengono convinti a distaccarsi completamente dalla realtà quotidiana, dagli affetti filiali e parentali. Chi aderisce a queste comunità viene spesso indotto a cedere tutti i propri beni economici alla medesima organizzazione che diventa maestra di vita e direttrice obbligata dell’esistenza del seguace.
Alla luce di questa realtà si potrebbe pensare a reintrodurre il reato di plagio, abrogato negli anni Ottanta perché ritenuto incostituzionale e, comunque, di scarsa applicazione stante una certa difficoltà di prova. Infatti, come provare di essere stati sottoposti al potere di un altro soggetto, così da essere ridotti in totale stato di soggezione?
In considerazione della drammatica realtà delle vittime delle sette, le istituzioni potrebbero (o forse dovrebbero) adoperarsi a difesa dei malcapitati, prevedendo una norma ad hoc a protezione delle persone manipolate e, di conseguenza, anche di tutte le persone vicine alla vittima come familiari e amici. Questo al di là dei singoli fatti che potrebbero già rientrare in altre ipotesi di reato previste nel codice penale, pensiamo alla violenza nelle sue varie forme e alla riduzione in schiavitù.

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