Le salme delle vittima della tragedia sono state ritrovate grazie ai droni subacquei. Il bilancio finale è quindi di 7 morti.
Bologna – Con il ritrovamento di Vincenzo Garzillo, sono stati recuperati tutti i cadaveri dei 4 dispersi dello scoppio che ha coinvolto, martedì 9 aprile, la centrale idroelettrica di Bargi sul lago di Suviana, nel Bolognese. I corpi sono stati individuati grazie ai droni subacquei dei vigili del fuoco, tre ieri e l’ultimo stamani. Il primo corpo a riemergere è stato quello di Adriano Scandellari, che si trovava al piano – 9, in acqua, incastrato tra le macerie. Il secondo quello di Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano. Il terzo, Alessandro D’Andrea, 37 anni, tecnico specializzato originario di Forcoli, nel Pisano. Stamani infine le acque hanno restituito anche il corpo di Vincenzo Garzillo, 68 anni di Napoli.
I tecnici lavoravano uno in un piano e gli altri in un’altra zona della centrale. Il bilancio della tragedia dunque si aggrava: le vittime accertate ad ora sono 7. Dopo la tragedia, la prima priorità era stata la ricerca dei dispersi. “Non ci siamo fermati un attimo e non ci fermeremo”, aveva detto il capo della Protezione Civile nazionale Fabrizio Curcio. Al lavoro, impegnati nelle ricerche, circa 200 persone, che si sono concentrate soprattutto al piano meno 9 dell’impianto, sotto il livello del lago, dove ieri sono state trovate tre vittime.
Per tutta la giornata di ieri sono proseguite anche le operazioni di svuotamento dall’acqua nella struttura dov’è avvenuto l’incidente. Davanti ai cancelli un andirivieni di autobotti e camion per consentire a vigili del fuoco e sommozzatori di continuare le ricerche dei dispersi. L’acqua contaminata dall’olio uscito dalle turbine invece non viene riversata nel lago, ma smaltita nei centri appositi. Nelle ricerche dei dispersi sono stati utilizzati droni acquatici “Pluto”, che possono raggiungere zone dove, a causa della forte pressione dell’acqua, non sarebbe sicura l’azione dei soccorritori, come ha spiegato il generale Ettore Bramato, comandante provinciale dei carabinieri di Bologna.
Le vittime recuperate
Il primo dei due corpi recuperati è di Adriano Scandellari, 57 anni, nato a Padova e residente a Ponte San Nicolò (Padova), lavoratore specializzato di Enel Green Power nella funzione di O&M Hydro. Era stato insignito da poco con la stella al merito per il lavoro dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. La moglie è a Bargi. Il suo corpo è stato recuperato ieri mattina insieme a quello di Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano. Era un tecnico della Abb. Una vita trascorsa nella zona nord di Milano, fra Niguarda e Bicocca, una passione per l’Inter, una vita fatta di viaggi per lavoro. Nella serata di ieri è stato individuato anche il corpo di Alessandro D’Andrea, 37 anni, tecnico specializzato originario di Forcoli, un paese della provincia di Pisa, dove ha abitato fino a tre anni fa prima di trasferirsi in Lombardia, insieme alla compagna, anche lei originaria della provincia di Pisa, per lavorare per la Voith di Cinisello Balsamo (Milano). Infine stamani è stato recuperato il corpo dell’ultimo lavoratore disperso: si tratta del 68enne napoletano Vincenzo Garzillo. Andato in pensione uno anno fa ed era diventato consulente di una società di ingegneria, la Lab Engineering di Chieti.
La forte esplosione avrebbe fatto arrivare un pezzo della turbina, in azione nei livelli più bassi della centrale a pozzo, fino al livello -4. Solo quando saranno terminate le operazioni per recuperare gli operai dispersi, sarà possibile valutare, oltre ai danni alla struttura, anche le potenziali cause di quanto è successo.
Il pm di Bologna. “Accertamenti sui subappalti”, niente autopsie
E mentre la procura ha annunciato l’apertura di un fascicolo di indagine per disastro e omicidio colposi, il procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato ha confermato che “ci sono accertamenti in corso sugli appalti e i subappalti, abbiamo dato una delega per questo. Non è che il subappalto di per se stesso è un problema, è una figura giuridica prevista dal codice civile a cui tradizionalmente si ricorre per avere personalità specifiche. Non deve essere vista in ottica pregiudizialmente negativa, lo sguardo verso le competenze non deve essere ideologico. Qui noi valuteremo le condizioni delle ditte e se dal punto di vista normativo, di prevenzione e infortunistica è stato fatto tutto”, ha detto il pm di Bologna.
Amato conferma la maxi perizia sull’impianto con personale qualificato e specializzato. Non sarà sequestrata tutta la centrale: sigilli solo ai piani interessati dall’incidente, -8 e -9. E non ci saranno le autopsie sui corpi delle vittime. “La causa della morte è autoevidente: che siano traumi dovuti allo scoppio, ustioni o annegamento, è chiaro che questa è legata all’evento accaduto. Perciò non ho chiesto autopsie, inutilmente invasive sui cadaveri e che rallenterebbero la loro riconsegna ai familiari, che vogliono poter dare sepoltura ai loro cari”, chiarisce Amato.
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