Scovato a Napoli il negozio dove la camorra spacciava euro falsi: 62 arresti [VIDEO]

Blitz dei carabinieri coordinati dalla Dda. La rivendita operava sotto il controllo del clan Mazzarella. Oltre sei milioni il giro d’affari.

Napoli – Un basso del quartiere Mercato era stato trasformato in una rivendita di euro falsi, spacciati sotto il controllo del clan camorristico Mazzarella che nella zona ha una delle sue più importanti roccaforti. Come un normale esercizio commerciale, la base dei falsari operava con regolari orari di apertura e chiusura al pubblico: nei giorni feriali dalle 09,00 alle 17,00, mentre di domenica dalle 09,00 alle 13,00. Era possibile acquistare banconote da 100 euro di diverse tipologie, da 50 e da 20 euro perfettamente contraffatte.

Il lucroso commercio è stato interrotto questa mattina da un blitz dei carabinieri, giunto al termine di una lunga e complessa indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo partenopeo. Per mettere fine allo spaccio, che soltanto nel periodo soggetto ad indagine ha fruttato non meno di sei milioni di euro, sono scesi in campo i militari del Comando Antifalsificazione Monetaria, supportati da quelli dei Comandi Provinciali di Napoli, Milano, Salerno e Agrigento, del 10° Reggimento Campania, del 7° Nucleo Elicotteri di Pontecagnano (SA) e, per l’estensione internazionale, da Europol.

L’operazione ha condotto in manette 62 persone, indagate per associazione per delinquere finalizzata alla vendita di valuta contraffatta anche all’estero, di concerto con chi l’ha prodotta, aggravata dall’aver agevolato l’attività del clan camorristico; di concorso nella vendita della citata valuta ed, in due episodi, di tentata estorsione. Nel medesimo contesto, in Francia, personale del locale Office Central pour la Repression du Faux Monnayage ha eseguito un mandato di arresto europeo nei confronti di un italiano destinatario della misura restrittiva nel frattempo localizzato in quel Paese. Quarantotto indagati sono finiti in carcere, 14 agli arresti domiciliari e per una persona è scattato il divieto di dimora nel comune di Napoli.

L’odierno blitz consegue ad una precedente attività investigativa, svolta dalla medesima unità specializzata dell’Arma, per il cui procedimento, definito con richiesta di giudizio immediato, in data 7.11.2023, il Gup ha già emesso le prime sentenze di condanna a carico di buona parte dei soggetti imputati.

La zona dove i falsari hanno operato, denominata comunemente ‘n ’gopp’ ‘e mur’, è notoriamente sottoposta all’egemonia criminale del clan Mazzarella, al quale venivano versati regolarmente parte dei profitti. L’impianto accusatorio costruito della Procura si è giovato delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che, già molti anni prima dei fatti in argomento, aveva fatto riferimento alla banda oggi smantellata come dedita alla vendita di “soldi falsi”.

Lo scenario investigativo è stato anche arricchito da ulteriori riscontri oggettivi raccolti grazie ad importanti operazioni di sequestro di valuta in euro contraffatta, per un valore stimato in oltre 200mila euro, nonché da sette arresti tra i clienti del “basso” colti dagli investigatori con le mani nel sacco, tre dei quali erano cittadini francesi in procinto di rientrare in Patria, a conferma del fatto che la distribuzione degli euro contraffatti riguardava anche l’estero, in particolare, come appurato da alcune intercettazioni, Francia, Spagna e Grecia. L’attività investigativa ha permesso di individuare le basi logistiche a disposizione del gruppo criminale, tutte nel quartiere Mercato/Pendino, nonché di qualificare i compiti assegnati a ciascun appartenente al gruppo quali, ad esempio, “capo/promotore”, “organizzatori”, “custodi”, “corrieri” e “vedette” e finanche “addetto alle pulizie del basso terraneo”.

Nella rivendita del Mercato/Pendino era possibile acquistare banconote da 100 euro, definite in gergo dai sodali “del vecchio tipo” e “del nuovo tipo”, ovvero appartenenti alla serie “epoche e stile” e “Europa”; banconote da 50 euro, definite in gergo, rispetto alla qualità della loro fattura, “B/B”, “Maradona” e “Pelè” (in ordine decrescente rispetto alla citata qualità) e banconote da 20 euro di un’unica tipologia di contraffazione. Al termine delle attività, è stato valutato in 6 milioni di euro l’ammontare complessivo del business illecito, nel periodo oggetto d’indagine.

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