COLLAGES CONTO LA VIOLENZA DI GENERE: LE INCOLLATRICI ARRIVANO ANCHE A MILANO

Sbarca in Italia un’iniziativa femminile nata da qualche mese a Parigi. Le attiviste incollano scritte di grande impatto sui muri delle città per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione dei femminicidi e, più in generale, della violenza di genere. Le prime apparizioni dei collages a Milano, subito prima di Natale, ma si prevedono presto nuove sessioni in tutta Italia.

Hanno iniziato a Parigi e ora sono arrivate a incollare anche in Italia, dando origine ad un vero e proprio Natale a tema sociale nel capoluogo lombardo.

Nei giorni prenatalizi, mentre Milano, come ogni anno, si vestiva a festa, sono iniziate a comparire alcune scritte, incollate ai muri di zona Tortona (per i non milanesi, una delle aree più rappresentative della città, sede del celeberrimo “Fuori Salone”, durante la design week).

Collages contro i femminicidi

Collages simili sono poi apparsi anche in altri quartieri, con un unico comune denominatore: la critica senza mezzi termini e senza mediazioni alla violenza sulle donne ed alla piaga dei femminicidi.

Il movimento delle colleuses (in italiano “incollatrici”) ha adesso una pagina Facebook di riferimento anche in Italia: “Collages femminicidi Milano”. In essa ha preso il via da qualche giorno una vera e propria campagna di arruolamento, che preannuncia nuove imminenti sessioni di collages, per sensibilizzare sempre di più l’opinione pubblica su un tema che deve riguardare tutti da vicino.

Lo stile delle incollatrici è diretto, va subito al punto, riprende in poche parole statistiche e tragici episodi di violenza verificatisi di recente. Perché che in Italia una donna muoia ogni 2,5 giorni per mano di un uomo è un inaccettabile dato di fatto e non esiste giustificazione perché una società civile possa accettare di convivere con un trend del genere.

Collages contro i femminicidi

POP – Ilgiornalepopolare.it è stato fin da subito al fianco delle battaglie femministe, specie per combattere la violenza di genere. Per questa ragione abbiamo per primi intervistato Dora, la fondatrice dell’iniziativa milanese, colei che ha avuto il merito di importare anche in Italia un movimento in rapida ascesa.

Parlateci di voi. Come vi chiamate, cosa fate e quali sono le ragioni alla base di questa iniziativa.

“Il movimento “Collages femminicidi” è un’iniziativa informale che consiste nell’incollare delle frasi contro i femminicidi e le violenze sulle donne sui muri della città.

Lo scopo delle colleuses è attirare l’attenzione dei passanti sulle violenze sessiste e coniugali, render omaggio alle vittime dei femminicidi e focalizzare il dibattito pubblico su questa problematica, al di là delle notizie che si concentrano per lo più su fatti di cronaca. E’ importante che la riflessione coinvolga tutti noi, non solo chi è toccato da vicino dalle violenze e dai femminicidi. Inoltre, lo scopo è denunciare i ritardi nell’intervento delle istituzioni pubbliche.”

Il vostro movimento è nato in Francia, ci riassumereste brevemente le sue origini?

“Il movimento è nato verso fine agosto a Parigi, grazie a Marguerite Stern, attivista, femminista e ex Femen francese. Nello squat d’artisti nel quale vive, decine di militanti sono state invitate a dipingere le frasi contro i femminicidi. Scesa la notte, sono poi partite in piccoli gruppi per incollarle nelle strade della città.

Perché avete scelto Milano come prima base italiana?

Dora, la fondatrice dell’iniziativa milanese, è un’italiana di 28 anni che abita a Parigi e che fa parte del movimento dei collages della capitale francese. Di ritorno in Italia per le vacanze, si è organizzata con altre ragazze per incollare nella sua città natale.

Collages contro i femminicidi

Quali sono state le iniziative messe in atto a Milano fino ad oggi?

“L’iniziativa è nata una settimana fa quando due di noi hanno iniziato ad incollare in zona Tortona. E’ stato poi lanciato un appello a partecipazione ad amiche e stabilito un contatto con “Non una di meno” per aggregare altre ragazze. Si è così formato un gruppetto di una decina di colleuses che hanno incollato in zona Solari, San Vittore, Risorgimento e Porta Venezia.

Le nostre frasi raccontano le storie delle donne uccise, come Alexandra, amica e madre, accoltellata a morte dal fidanzato l’anno scorso. Le parole che scegliamo sono crude, per non creare alcun romanticismo attorno a ciò che un tempo era considerato come un “crimine passionale”. Incolliamo anche statistiche e cifre fornite dal rapporto Istat sui femminicidi e sulle violenze sulle donne, quali: “In Italia, una donna muore ogni 2,5 giorni”, “+3.300 donne uccise dal 2000”, “il 73% dei femminicidi avviene in ambito familiare”, “107.600 donne all’anno violentate dall’ex”. Alla fine incolliamo delle frasi più generiche, come “Lei lo lascia, lui la uccide”, “Papà ha ucciso mamma”, “Amare ≠ uccidere”, “Donne vittime di violenze: noi vi crediamo”.

Perché proprio i collages e non altre modalità più classiche di comunicazione?

I collages sono silenziosi ma potenti. Permettono alle donne uccise di riprendere voce nello spazio pubblico. Anche i muri ora parlano. Oltre ad essere una forma di comunicazione urbana, è anche uno strumento di azione semplice: non richiede di coordinarsi con i gruppi delle altre città, ma è replicabile da chiunque. Esiste una carta grafica che viene comunicata, ma per il resto il funzionamento è indipendente.

Cercate di intervenire “incollando” su edifici ben precisi e/o simbolici o non c’è una selezione?

Evitiamo gli esercizi commerciali e i monumenti per non danneggiarli. Incolliamo quindi su edifici pubblici e privati, ma anche su cartelloni pubblicitari e pannelli dei cantieri. E’ importante incollare anche su luoghi frequentati principalmente da uomini, quali stadi e strutture sportive. Altrettanto significative sono le scuole, istituzioni cruciali del sistema educativo e formativo che svolgono un ruolo fondamentale nella costruzione di una nuova cultura delle relazioni.

Collages contro i femminicidi

Il vostro gruppo non è legato a una realtà partitica, ma avete comunque un qualche orientamento politico di riferimento? O, al contrario, un “nemico”? Come vi relazionate con le tante altre realtà femministe presenti sul territorio, a partire dalla rete di Non Una Di Meno?

L’iniziativa dei collages contro i femminicidi è apartitica. Le colleuses hanno orizzonti politici differenti, ma sono tutte unite dalla stessa causa e hanno tutte la stessa missione: dipingere di giorno e incollare la notte. Alcune fanno parte di associazioni e movimenti femministi come Non una di meno, altre non hanno mai militato.

L’unico nemico comune è la visione patriarcale, un retaggio culturale che ci portiamo dietro da secoli e che ha permeato la cultura, la politica, le relazioni pubbliche e private. Alla base della concezione del patriarcato c’è un sistema strutturale di dominio imposto con la violenza o con la minaccia di violenza. Lottiamo contro l’arcaicità dei rapporti tra uomo e donna e militiamo per una discussione sulla parità di genere e per il superamento del pensiero maschilista. La violenza nella relazione uomo-donna è innanzitutto una questione culturale che deve diventare responsabilità delle istituzioni.

Ci sono delle rivendicazioni squisitamente politiche alle quali mirate? La modifica di un determinato testo normativo o altro? Se poteste essere libere di formulare una richiesta diretta all’attuale Governo, cosa domandereste?

In Francia 300 frasi sono comparse in una notte sui muri dei commissariati e dei tribunali per esigere delle azioni concrete e adottare delle misure più efficaci e segnalare le responsabilità dello stato, della giustizia e della polizia.

Vogliamo delle azioni più immediate, senza aspettare che le vittime siano ascoltate solo da morte. Chiediamo che la questione della violenza sulle donne diventi una priorità nelle agende politiche. Chiediamo che siano stanziati più fondi per i centri antiviolenza e per le associazioni che sostengono le donne vittime. Chiediamo di ascoltare le vittime. Dev’essere la loro vita ad essere protetta e non la reputazione dei loro aggressori. Chiediamo che la polizia e il sistema giudiziario siano riformati e formati per essere in grado di gestire denunce e processi per stupro, violenza domestica e molestie.

Chiediamo che vengano istituiti corsi e che vengano organizzate campagne di sensibilizzazione ed educazione sull’uguaglianza di genere. È necessario un piano ampio, interministeriale e nazionale: dall’istruzione, alle forze di polizia, alla giustizia (magistrati e avvocati), agli ospedali, ai servizi e professionisti (psichiatri, psicologi, educatori, assistenti sociali…), alle industrie e istituzioni culturali e tutti gli ambiti della comunicazione (dal giornalismo alla pubblicità, dalla comunicazione pubblica a quella artistica). La causa delle donne dev’essere una causa nazionale! Pensando a lungo termine, vogliamo che sia riformata la mentalità di un’intera nazione.

Chiediamo infine delle soluzioni più rapide e concrete: più alloggi per le donne vittime, dei centri specializzati per i figli delle vittime, una migliore protezione dei minori, in particolare degli orfani delle violenze, delle procedure di denuncia più semplici, delle misure punitive più forti per gli aggressori.

Collages contro i femminicidi

Quando avrete raggiunto la vostra “ragione sociale” e vi potrete quindi ritenere soddisfatte?

Saremo soddisfatte quando non ci sarà più neanche una donna che soffrirà o morirà a causa di un uomo, perché donna.

Avete avuto dei riscontri anche nelle altre città italiana? Intendete strutturarvi in nuclei regionali su tutto il territorio? A livello europeo e globale, Francia a parte, esiste già (o prevedete per il futuro) una qualche diffusione?

Abbiamo ricevuto molti messaggi da parte di ragazze di Genova, Bologna, Roma, Siracusa e molte altre città italiane che intendono formare dei gruppi nei loro territori. Speriamo che l’iniziativa si diffonda in tutta Italia e in tutti gli stati del mondo. Si sono già creati dei gruppi in Inghilterra, Germania, Svizzera, Belgio, Polonia e persino in Siria. Il movimento ha oltrepassato ormai le frontiere francesi.

 

Lasciateci con un appello. C’è un messaggio che, più di ogni altro, sentite di dover comunicare alla collettività?

Vorremmo far appello a tutte le donne di qualsiasi età e di qualsiasi provenienza, che si uniscano per incollare le frasi contro le violenze e i femminicidi.

Contattateci e saremo felici di potervi aiutare a fondare dei gruppetti nei vostri quartieri e nelle vostre città

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