In occasione dei vostri baci sotto al vischio per Capodanno 2019 ho deciso di dedicare questo breve articolo al preliminare amoroso per eccellenza: il bacio.
“Da me basia mille, deinde centum, dein mille altera” così decantava il poeta latino Catullo in uno dei suoi più famosi carmi: dammi mille baci, poi cento, poi altri mille. Tutta l’intera romantica poesia era dedicata ad una pratica tanto semplice e innocente quanto fondamentale ed estremamente erotica per risvegliare la passione.
In occasione dei vostri baci sotto al vischio per Capodanno 2019 ho deciso di dedicare questo breve articolo al preliminare amoroso per eccellenza: il bacio.
Il bacio, al contrario di molte altre pratiche, non ha età: lo si dispensa fin da piccoli, ai genitori, agli amici, ai nonni…, ma affinché possa diventare l’anticamera dell’eros occorre davvero molto esercizio. Forse qualcuno ricorderà l’impaccio da principiante. Per molti i primi baci d’amore, dati e ricevuti, sono stati qualcosa di ben poco sensuale se non imbarazzante, logorati dal pensiero assillante “E adesso cosa devo fare? Sarà giusto così? Le/gli piacerà?”. Niente di più lontano dal travolgente trasporto di un esperto baciatore! Sarà forse per questo che il primo bacio non si scorda mai. Ci sono, naturalmente, le “labbra d’oro”, le classiche eccezioni che, da subito, si rivelano infallibili baciatrici e baciatori, ma per tutti gli altri un po’ di gavetta è indispensabile.
“Imparare a baciare” non è un problema dei tempi nostri, già nell’antichità si dispensavano lezioni sull’argomento con la diffusione di manuali per i futuri diplomandi nell’ars amatoria. Citiamo ancora una volta il nostro Ovidio, il “lascivi praeceptor amoris”, maestro dell’erotismo e delle abilità di seduzione. Nella sua illustre opera sull’arte amatoria dedicata a uomini e donne egli riserva un paragrafo anche al bacio. Lo scrittore latino elargisce consigli pratici che riguardano l’aspetto puramente fisico e quello caratteriale dell’approccio. Ammonisce gli amanti di avere cura delle proprie bocche come di ogni altra parte del corpo, “che il fiato non risulti sgradevole e che la peluria intorno alle labbra non punga la compagna irritandola”.
Per la conquista, afferma poi, che i baci hanno una funzione primaria ed essenziale nel rapporto amoroso e, proprio per questo, l’uomo, dopo essersi reso piacevole nell’aspetto, deve sapersi “buttare”, ossia dimostrarsi forte ma non oppressore, sapendo mescolare con perizia i baci alle parole. E ancora ricorda Ovidio: “Può darsi che ella si rifiuti, ma credi, non vuol altro che, resistendo, essere vinta”. E naturalmente il nostro antico mentore sottolinea che anche nello stadio avanzato di un rapporto è bene non escludere mai questi preliminari dalla vita quotidiana, a rischio di perdere la passione e rendere tutto stantio e monotono.
Spostiamoci ora verso Oriente nel VI secolo. Non tutti avremo sentito parlare dell’Ars Amatoria del caro Ovidio, se non forse voi, appassionati della mia rubrica, ma di certo ognuno, almeno una volta nella vita, ha udito la parola Kamasutra.
Ebbene anche quel celebre manuale d’amore non si astiene da consigli dettagliati sull’antica arte del bacio.
In esso si elencano la fronte, gli occhi, le guance, il seno e le labbra come parti del corpo particolarmente sensibili al bacio nella donna. Nello specifico si individua il labbro superiore come la zona femminile più erogena. Il vademecum sanscrito dell’amore si avventura poi in una lunga distinzione sulle tipologie di bacio, dal leggero al fremente, da quello toccante, che è più profondo, a quello agganciato, quando uno dei partner serra le labbra dell’altro sulle sue, per giungere al combattimento della lingua che non credo necessiti spiegazioni! Studiata la teoria, il Kamasutra consiglia di imparare a rilassare i muscoli della faccia e della bocca: solo coltivando l’arte del bacio perfetto, infatti, l’amore sarà intenso e soddisfacente al massimo. Tranquilli: anche senza conoscerne i nomi e lasciando che sia l’istinto a prevalere potremo comunque fare un buon lavoro!
Torniamo al presente e in particolare a oggi 31 gennaio 2019. Bacerete qualcuno sotto il vischio?
Per comprendere perché questo gesto, entrato nella nostra tradizione, sia considerato di buon auspicio, bisogna far ricorso alla mitologia norrena per la quale il vischio è la pianta sacra a Frigg, dea dell’amore. Il mito a cui si fa riferimento è una storia di amore e di dolore: Frigg aveva un figlio, Balder, buono e generoso, che, secondo una premonizione, sarebbe stato ucciso dal dio-gigante Loki. Per cambiare le sorti, Frigg chiese a tutte le creature, animali e vegetali, di proteggere Balder, ma si dimenticò del vischio. Il dio Loki, dunque, usò proprio questa pianta per fabbricare la freccia che trafisse Balder.
La dea, quando vide il cadavere del figlio, iniziò a piangere, le sue lacrime a contatto con il vischio si trasformarono in bacche bianche e, quando queste toccarono il corpo di Balder, lui riprese vita.
Per l’infinita gioia la dea Frigg cominciò a dispensare baci a chiunque passasse sotto la pianta ospite sulla quale cresceva il vischio.
Manuali, esperti e leggende a parte, il bacio, nella sua essenza è l’espressione dell’amore romantico e ognuno deve coltivare la propria esperienza lasciandosi guidare dall’istinto e dal sentimento. Buon bacio a tutti!!