L’esponente di Fdi sulla decisione dell’istituto di Pioltello “Inaccettabile, in Italia non vige la religione cattolica non quella islamica”.
Milano – Proseguono le polemiche sulla decisione dell’istituto comprensivo Iqbhal Masih di Pioltello, nel milanese, di chiudere la scuola il 10 aprile, in occasione della fine del Ramadan (Eid al Fitr). Un caso che è stato oggetto di un tira e molla politico con i dirigenti dell’Istituto che vanno dritti per la loro strada. Anche l’onorevole di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato, già sindaco delle giunte di centrodestra milanesi, entra a gamba tesa nella discussione: “Ritengo la perseveranza e l’insistenza dell’Istituto statale Iqbal Masih una scelta completamente sbagliata e non accettabile nel nostro Paese. In Italia, infatti, vige la religione Cattolica e Cristiana, non musulmana e islamica; pertanto, questi ultimi, si devono attenere alle regole in vigore nella nostra nazione”.
Il vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera e membro della Commissione d’inchiesta sulla Sicurezza e sul degrado delle Periferie in Italia, insorge: “Quello a cui ci troviamo davanti è qualcosa di inverosimile che ha dell’incredibile! Ma l’Istituto scolastico regionale, che nei giorni scorsi aveva definito irregolare la chiusura del prossimo 10 aprile, ora che azioni intraprenderà? In Aula alla Camera presenterò un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, per capire adesso quali intenzioni intenda assumere e prendere visto quanto definito dal Consiglio di Istituto della Scuola di Pioltello ieri sera”.
A Pioltello abbiamo classi dove negli anni scorsi in occasione della fine del Ramadan, di fatto, venivano a scuola in tre o quattro – aveva spiegato il dirigente Alessandro Fanfoni – I bambini di fede islamica sono la maggioranza e nonostante le linee guida sull’inclusione consiglino di formare classi con non più del 30% di stranieri, noi arriviamo al 43% perché questa è la nostra utenza. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questi numeri e alla realtà. Questa festa è per molti di loro una tradizione”.