La fiction, tratta dai romanzi di Cristina Cassar Scalia, andrà in onda dal 27 marzo in prima serata su Canale 5 (e Infinity).
Catania – Si chiama Giovanna Guarrasi, ma tutti la conoscono come Vanina. Una giovane donna come tante, ma con una caratteristica che la rende speciale: già poliziotta della squadra mobile di Palermo, dopo essersi trasferita a Catania viene assunta come nuovo vicequestore. E forte della sua nuova carica, di un carattere indomito e di un grande senso della giustizia, darà la caccia a banditi, malviventi, killer e soprattutto agli uomini di cosa nostra che le hanno ucciso il padre.
Le sue imprese andranno in onda a partire da mercoledì 27 marzo, in prima serata su Canale 5, esordio di “Vanina – Una vice questore a Catania” (in streaming sarà disponibile su Mediaset Infinity). Ad annunciare la nuova serie tv è RTI, che l’ha coprodotta con PALOMAR. La serie è tratta dai romanzi di Cristina Cassar Scalia, editi da Einaudi. La scrittrice ha firmato anche la sceneggiatura insieme a Leonardo Marini. Le riprese sono state effettuate a Catania e nei dintorni dal 17 aprile al 4 agosto 2023 per un totale di sedici settimane.
Diretta da Davide Marengo, “Vanina – Una vicequestore a Catania” vede Giusy Buscemi nel ruolo della protagonista, una donna risoluta per cui essere in polizia è una missione: a spingerla è la volontà di punire i killer che, quando aveva solo 14 anni, le hanno ammazzato il padre, l’ispettore Giovanni Guarrasi, caduto in un agguato mafioso.
Nella serie compaiono anche Claudio Castrogiovanni, Corrado Fortuna, Dajana Roncione, Orlando Cinque, Danilo Arena, Paola Giannini, Giulio Della Monica e Alessandro Lui, con la partecipazione di Giorgio Marchesi nel ruolo di Paolo Malfitano.
La trama e il cast
La vita di Vanina (Giusy Buscemi) è stata profondamente segnata dalla morte del padre, l’ispettore Giovanni Guarrasi, ucciso da un commando mafioso quando lei aveva solo quattordici anni. Da allora il suo unico pensiero è stato diventare poliziotta, arrestare i colpevoli dell’omicidio e lottare contro la mafia.
E così è stato: dopo una brillante carriera nell’Antimafia di Palermo, qualcosa si rompe e Vanina decide di trasferirsi a Catania. Alla Mobile di Catania, dove è diventata capo della Omicidi, Vanina ha trovato una nuova squadra con cui ha raggiunto rapidamente un ottimo affiatamento: il “Grande Capo” Tito Macchia (Orlando Cinque), l’ispettore capo Carmelo Spanò (Claudio Castrogiovanni), l’ispettrice Marta Bonazzoli (Paola Giannini), l’impacciato e goffo sovrintendente Mimmo Nunnari (Giulio Della Monica), il giovane agente Salvatore Lo Faro (Danilo Arena). Vanina fa anche la conoscenza di un medico affascinante e simpatico, Manfredi Monterreale (Corrado Fortuna).
Da allora il suo unico pensiero è stato diventare poliziotta, arrestare i colpevoli dell’omicidio e lottare contro la mafia. E così è stato: dopo una brillante carriera nell’Antimafia di Palermo, qualcosa si rompe e Vanina decide di trasferirsi a Catania, una città colorata, che non dorme mai, sempre attenta al brontolio di sua maestà l’Etna.
Dal romanzo alla fiction
“Per adattare i primi romanzi di Vanina Guarrasi – spiegano i creatori Cristina Cassar Scalia e Leonardo Marini, che hanno anche firmato la sceneggiatura – abbiamo anzitutto cercato una chiave d’accesso per rappresentare e fare vivere nella maniera più efficace e interessante possibile la nostra protagonista, che è al centro di ogni storia e del nostro mondo narrativo. La caratteristica che ci è sembrata essenziale e più fertile in termini emotivi e di racconto è la sua connaturale ambivalenza: c’è una Vanina “leggera”, che vuole finalmente godersi la vita, che vuole divertirsi e non vuole più rinunciare alla propria giovinezza (giovinezza che invece ha per molto tempo sacrificato nei suoi anni più cupi a Palermo), e c’è di contro una Vanina segnata da un evento che finora ha di fatto deciso tutto il suo destino, come poliziotta e non solo.”
Questo suo essere immedicabilmente scissa, irrisolta, fra luce e tenebra, fra allegria e malinconia, è alla base del fascino e della ricchezza umana di Vanina. “Abbiamo inoltre voluto che anche gli altri personaggi che ruotano attorno alla protagonista in un certo senso rispecchiassero questa sua stessa ambivalenza, sono tutti figure che hanno al contempo una dimensione leggera, ilare, incline alla commedia, e una dimensione più profonda, venata di malinconia, solitudine, nonché di grandi o piccole fragilità. Ci è sembrato il miglior modo per creare attorno a Vanina una sua famiglia, una famiglia ideale che le permettesse, dopo la sua fuga da Palermo, di trovare qui a Catania il suo vero posto nel mondo, un posto da cui non dovrà e non vorrà mai scappare”, raccontano ancora gli autori.
E Catania è il posto perfetto per Vanina anche perché in fondo le assomiglia: una città vitale e inquieta, che non sembra mai la stessa, sempre divisa fra qualità apparentemente inconciliabili, città di mare e insieme città di montagna, solare e al contempo irrequieta come il suo vulcano, antica come la pietra lavica dei suoi faraglioni e dei suoi edifici secolari, e allo stesso tempo moderna e giovane come nessun’altra città dell’isola.