Omar, dopo Novi Ligure in arrivo il processo per violenza e maltrattamenti all’ex moglie

La Procura di Ivrea ha chiuso le indagini seguite alle denunce dell’ex compagna: ora si attende di sapere se l’uomo sarà rinviato o no a giudizio.

Ivrea – Sono passati 23 anni dalla mattanza di Novi Ligure, quando Omar Favaro e l’allora fidanzata Erika De Nardo, entrambi minorenni, uccisero con 97 coltellate la madre di lei, Susy Cassini, e il fratellino Gianluca di 11 anni. Ora Mauro “Omar” Favaro rischia un nuovo processo: sotto la lente della procura di Ivrea (Torino) sono finiti infatti una ventina di episodi in cui l’uomo, oggi 41enne avrebbe ripetutamente maltrattato, minacciato e sottoposto a violenza sessuale l’ex moglie.

Omar Favaro nel 2011: ora rischia un nuovo processo

Secondo le denunce della donna, tra il 2019 e il 2021 Favaro avrebbe sottoposto lei e la figlia a continue “minacce di morte, botte, soprusi fisici e psicologici”, costringendo entrambe a vivere in uno stato di prostrazione e terrore. “Ti sfregio la faccia con l’acido, ti mando su una sedia a rotelle, ti faccio la festa, non esci viva da qui”, e ancora “Fai schifo”, “sei anoressica”, sono le frasi che Favaro avrebbe rivolto alla compagna.

Una volta uscito dal carcere nel 2010 a seguito dei benefici dell’indulto e degli sconti riconosciutigli per la buona condotta, Favaro si era trasferito nel Torinese. Nove anni fa ha conosciuto la donna, dalla quale ha avuto una figlia. Ma durante il lockdown la relazione tra i due si è progressivamente deteriorata e la convivenza sarebbe degenerata in violenze e umiliazioni. Tanto da costringere la compagna a chiamare per quattro volte i carabinieri e infine, nel 2021, ad abbandonare la casa.

Le indagini hanno ricostruito la lunga catena di violenze, che ha spinto il pm Lodovico Bossi a chiedere al gip l’emissione di una misura cautelare per vietare a Omar di avvicinarsi alla ex. Richiesta tuttavia respinta dal Riesame perché per il giudice il pericolo non era più attuale, dal momento che la convivenza tra i due era cessata. Favaro aveva definito “calunniose” le accuse mosse nei suoi confronti dall’ex moglie, dalla quale nel frattempo si era separato in sede civile; la causa si è conclusa con l’affidamento congiunto della bambina, che poi però è tornata a stare dalla madre.

Oggi la procura di Ivrea ha chiuso le indagini sul caso, esaminando gli elementi emersi a proposito di possibili reati di violenza sessuale – in due episodi lui avrebbe costretto la donna a subire un rapporto contro la sua volontà – e maltrattamenti. E dovrà decidere se, sulla base degli indizi raccolti, chiedere il rinvio a giudizio oppure non procedere.

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