Il sindaco Sergio Giordani: “Oggi vincono l’amore e l’interesse primario dei piccoli”. Ma la battaglia legale non è ancora finita.
Padova – “Arriva una bella notizia: sono inammissibili i ricorsi della Procura contro più di trenta atti di nascita di bambine e bambini con due mamme. Ancora una volta, la tutela delle bambine e dei bambini di famiglie omogenitoriali passa per un Tribunale, che conferma l’operato di un Sindaco coraggioso e capace di ascoltare la loro domanda di riconoscimento e giustizia”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein, dopo che il Tribunale della città veneta ha respinto il ricorso della Procura che nella primavera scorsa aveva chiesto di annullare tutti gli atti di nascita con i quali il comune di Padova aveva riconosciuto a questi bambini lo status di figli con due mamme.
Le mamme restano mamme. I 35 bambini della città del Veneto, figli di coppie lesbiche, hanno vinto il primo round. Potranno continuare ad avere, anche per legge, le due madri che li hanno voluti. Cancellando così, dalle loro vite, le mamme non biologiche o le mamme che non li avevano partoriti. Spiega l’avvocato Michele Giarratano, che rappresenta quindici coppie omogenitoriali: “Il tribunale ha confermato tutti gli atti di nascita con doppia maternità, accettando la nostra tesi con la quale dimostravamo che al centro di questa questione ci sono dei minori, il cui status di figli oggi è quello di avere due madri”.
“E per cambiare uno status filiationis – aggiunge Giarratano – non basta un ricorso della Procura. Il tribunale ha quindi respinto i ricorsi dichiarandoli inammissibili, confermando le due madri, a tutela dei minori coinvolti. Non possiamo dire che sia finita la caccia ai ‘bambini arcobaleno’, ma intanto che il tribunale abbia accolto la mia linea difensiva, è una grande soddisfazione”.
“Sulla politica e sul Parlamento grava una responsabilità importante: rispondere al monito formulato dalla Corte costituzionale fin dal 2021 e approvare una legge che riconosca pari dignità a tutte le famiglie”, rimarca Schlein. Il Partito democratico ha già depositato un disegno di legge che va in questa direzione, così come molte delle altre forze di opposizione. Cosa ha da dire il governo di Giorgia Meloni? Continuerà a fare muro o ci lascerà portare l’Italia in linea con gli altri paesi dell’Unione europea? Non possono continuare a ignorare e calpestare la dignità e i diritti di centinaia di bambine e bambini chiudendo gli occhi di fronte alla pluralità di modelli familiari che sono presenti nel nostro Paese”.
Ma la battaglia è appena iniziata: entro dieci giorni la procura di Padova o il ministero dell’Interno potrebbero impugnare la sentenza e andare così al processo d’appello. Intanto il sindaco della città veneta Sergio Giordani plaude alla decisione: “Un passo avanti importante per le bambine e i bambini e per le loro mamme, oggi vince l’amore e l’interesse primario delle piccole e dei piccoli. Ho sempre ritenuto di agire secondo coscienza e secondo i principi della Costituzione. Sono padre e nonno oltre che Sindaco e per me era impossibile immaginare che ci fossero bambini di serie A e bambini di serie B“.
Il caso era scoppiato nel 2023, quando alcune Procure (tra cui quelle di Padova, Milano, Bergamo e Lucca) avevano deciso di cancellare i riconoscimenti fatti da alcuni sindaci, che a partire dal 2018 in avanti avevano indicato negli atti di nascita di figli di coppie composte da due donne, sia la partoriente, sia la compagna (‘madre intenzionale’) che aveva espresso il consenso alla procreazione medicalmente assistita. Secondo le Procure, la madre intenzionale poteva soltanto adottare il bambino concepito all’estero dalla propria compagna anche grazie al suo assenso, ma non riconoscerlo direttamente alla nascita.
Una decisione, quella del Tribunale di Padova, che arriva a sorpresa e in netto contrasto con quanto stabilito un mese fa dalla Corte d’Appello di Milano. I giudici lombardi infatti hanno ribaltato la sentenza di primo grado e disposto l’annullamento delle trascrizioni facendo un nuovo appello al legislatore perché intervenga sulla delicatissima materia di bambini figli di coppie omogenitoriali che all’improvviso e per legge si trovano senza uno dei genitori. Nei casi milanesi tre bambini hanno perso la loro mamma intenzionale, non ovviamente quella che li ha partoriti. Questo perché la sezione famiglia della Corte d’appello civile meneghina ha accolto il ricorso della Procura contro i decreti del Tribunale che nel 2023 hanno ritenuto valide le trascrizioni dei riconoscimenti dei figli di tre coppie di donne, nati con procreazione assistita effettuata all’estero.