Il premier parla da Toronto, dove salta il ricevimento organizzato per lei da Trudeau per motivi di sicurezza, causa cortei pro Palestina.
Roma – Sui manganelli al corteo di Pisa “nel mirino non c’era il presidente della Repubblica, con cui il rapporto è ottimo, ma la sinistra, che cerca di aprire una crepa fra Palazzo Chigi e il Colle per fare una campagna contro il premierato e per un interesse di partito”. Giorgia Meloni chiarisce così cosa intendeva dire mercoledì scorso, dopo gli scontri, indicando il pericolo di “togliere il sostegno delle istituzioni” alle forze dell’ordine. Su questo si sono concentrati i venti minuti del punto stampa alla fine della doppia missione del premier fra Washington e Toronto, una due giorni dal bilancio “molto positivo” in cui gli alleati hanno condiviso le priorità del G7 italiano.
Secondo Meloni “c’è un tentativo di costruire uno scontro artefatto con il presidente della Repubblica, che non esiste: è sbagliato e una forte mancanza di rispetto tentare di utilizzarlo della sinistra che non vuole che i cittadini possano scegliere direttamente chi li governa”. Il premierato è alla base di tutto, una riforma che – è la tesi della premier – “volutamente non tocca i poteri del capo dello Stato, perché so che il presidente Mattarella è una figura di garanzia, è un’istituzione unificante”. A preoccupare la leader di Fdi non sono quindi gli spifferi dal Quirinale riportati dalla stampa, perché “di solito il capo dello Stato non fa filtrare i propri umori, quando ha qualcosa da dire la dice: dubito possano essere filtrati malumori su una cosa del genere: se qualcuno pensa che potessi riferirmi a Mattarella, vuol dire che pensa che lui abbia tolto il sostegno alle forze dell’ordine. Io non lo penso questo”.
Anzi, la premier considera il capo dello Stato “diverso da altri politici” anche perché “quando alcuni poliziotti sono stati circondati da esponenti dei centri sociali che tentavano di liberare un immigrato irregolare che doveva essere rimpatriato, ha alzato il telefono e espresso solidarietà agli agenti”. La doppia missione di Meloni in Stati Uniti e Canada ha avuto al centro anche quanto accaduto in Italia, a Pisa. E ancora, è stato annullato il ricevimento organizzato da Justin Trudeau in onore della leader di Fdi a Toronto. Lo ha comunicato personalmente lo stesso primo ministro canadese alla premier italiana. Una decisione legata a motivi di sicurezza, per la manifestazione pro-Palestina che si è radunata davanti alla Art Gallery dell’Ontario.
A seguito dell’annullamento dell’evento, la Meloni ha contattato telefonicamente i rappresentanti della comunità italiana per portare i suoi saluti. I manifestanti si sono radunati con cartelli e striscioni nel pomeriggio davanti all’ingresso dell’Art Gallery bloccandolo, inizialmente in alcune decine, poi il numero è aumentato. Al terzo piano del museo il ricevimento era iniziato con i rappresentanti della comunità italocanadese, ma senza Trudeau e la Meloni, che non erano riusciti a raggiungere il luogo del ricevimento a causa delle manifestazioni.