Belluno – L’ex titolare di una tabaccheria potrà risarcire la metà di circa 48mila euro che aveva incassato per le giocate al Lotto nel proprio esercizio e non versate all’erario, poiché si trova in uno stato di “forte disagio economico” e deve mantenere i propri figli. Lo hanno deciso i giudici della Corte dei Conti del Veneto, che hanno giudicato la condotta della donna come colpa grave, e non dolosa, applicando il “potere riduttivo” sul risarcimento allo Stato. Nel corso del processo davanti ai giudici contabili, la stessa donna non si era potuta costituire in giudizio con un avvocato, a causa delle sue precarie condizioni economiche.
Lo stesso vice procuratore generale, Francesca Dimita, chiedendone la condanna aveva anche proposto una riduzione del danno da risarcire. I mancati versamenti – come riporta il Corriere del Veneto – risalgono all’inizio del 2020, e sono stati accertati dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli; il 4 febbraio 2020 la concessione alla tabaccheria era stata quindi revocata. Il debito era stato ridotto grazie a una polizza
fideiussoria, ma poi la donna aveva comunicato la sua difficile situazione economica; durante il processo ha poi raccontato di essere stata oggetto di furti ed estorsioni, che l’hanno portata anche ad abbandonare la tabaccheria.