Acca Larentia, bufera sui saluti romani alla commemorazione della strage [VIDEO]

Braccia tese davanti all’ex sede del Msi in ricordo dei tre attivisti del Fronte della gioventù uccisi 46 anni fa. Schlein: “Sembra di stare nel 1924, inaccettabile. Subito un’interrogazione al ministro Piantedosi”. Costa: esposto alla Procura di Roma.

Roma – Infuria la polemica sulla commemorazione della strage di Acca Larentia, avvenuta a Roma il 7 gennaio 1978: due giovani attivisti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, furono assassinati davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano in via Acca Larentia, nel quartiere Tuscolano. Qualche ora dopo, negli scontri con le forze dell’ordine avvenuti durante una manifestazione di protesta organizzata sul luogo stesso dell’agguato, morì anche un altro attivista, Stefano Recchioni.

Durante la cerimonia di ricordo delle vittime, come testimoniano alcuni video presenti in rete, centinaia di militanti nostalgici dell’estrema destra si sono schierati davanti all’ex sede dell’Msi in formazione militare per il saluto romano e il “presente” in onore di “tutti i camerati caduti“.

L’inquietante episodio è andato in scena dopo la commemorazione ufficiale celebrata dalle autorità, con la deposizione delle corone di alloro da parte del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e, per il Campidoglio, dell’assessore alla Cultura Miguel Gotor, nel piazzale dove c’è la targa ricordo della strage.

I video con i cori e i saluti fascisti sono immediatamente rimbalzati sui social suscitando un vespaio di polemiche. In prima linea l’opposizione, che ha alzato un corso indignato di proteste sullo sconcertante episodio, preannunciando un’interrogazione.

 “Presenteremo un’interrogazione al Ministro Piantedosi – ha annunciato segretaria del Pd, Elly Schlein quel che è accaduto non è accettabile. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte, come dice la Costituzione”. E poi si è chiesta: la premier Meloni “non ha niente da dire”?

“Non è in discussione l’umana pietà per i morti e neanche la condanna della violenza politica di ieri e di oggi. Tutta, senza distinzione. Ma il saluto romano, fatto in occasione del ricordo di Acca Larentia, è esso stesso simbolo di morte, violenza e sopraffazione. Per questo dovrebbe essere condannato in primo luogo dalle forze politiche. Tutte. Chi non lo fa è complice”, ha dichiarato il deputato del Pd, Nicola Zingaretti.

“Questa è una vergogna inaccettabile in una democrazia europea”, ha scritto sui social il leader di Azione Carlo Calenda. Una condanna a cui ha fatto eco Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo, che ha sottolineato: “Un signore alla prima della Scala grida “Viva l’Italia antifascista”, cioè il principio base della nostra Costituzione, e viene immediatamente identificato dalla Digos come se fosse un potenziale pericolo. Centinaia di persone si radunano in via Acca Larenzia, ogni anno, facendo chiara apologia del fascismo a braccio teso, cioè contro la Costituzione, e nessuno interviene, né li identifica, né lo impedisce. Il mondo alla rovescia, la vergogna è questa qui”.

Sull’accaduto è intervenuto anche il vicepresidente della Camera Sergio Costa, del Movimento 5 stelle, che ha comunicato che presenterà un esposto alla Procura di Romaper accertare eventuali reati commessi, tra cui apologia di fascismo, durante la commemorazione”.

Alle violente critiche dell’opposizione ha risposto il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha ribadito come il centro-destra si dissoci da quanto accaduto. “Siamo una forza che certamente non è fascista, siamo antifascisti. Chi ha avuto un comportamento del genere certamente deve essere condannato da parte di tutti, come devono essere condannate tutte le manifestazioni di sostegno a dittature. C’è una legge che prevede che non si possa fare apologia di fascismo nel nostro paese, è vietato dalla legge”.

“Sono persone di varia provenienza, cani sciolti, organizzazioni extraparlamentari. Non hanno niente a che vedere con FdI”, liquida il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia.

Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, sposta invece l’attenzione sulla procura di Roma, che a suo dire “tace” da 40 anni, e torna a chiedere la verità su quegli omicidi: “Stiamo parlando di alcuni ragazzi uccisi in anni di terrorismo. La procura di Roma non ha fatto niente in quarant’anni. Si sa tutto di quella vicenda, salvo il nome degli assassini: di questo sono indignato”.

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