Omar Edgar Nedelkov, il connazionale fermato per gli omicidi delle due amiche romene, era già noto ai carabinieri.
Agrigento – Il ventiquattrenne romeno Omar Edgar Nedelkov, sottoposto a fermo per il duplice omicidio e vilipendio di cadavere delle due connazionali a Naro, piccolo centro dell’Agrigentino, una carbonizzata l’altra trovata in un lago di sangue, era già noto ai carabinieri e alla Procura perché di recente era stato indagato con l’accusa di furto ai danni della ditta agricola del paese dove lavorava e di avere anche appiccato con gasolio un incendio a una delle serre dell’impresa. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande di pm e carabinieri: ora si trova in carcere ad Agrigento e verosimilmente domani verrà sottoposto all’interrogatorio per la convalida del provvedimento di fermo.
La due donne, Delia Zarniscu, 58 anni, e Maria Rus, sono state trovate morte nelle loro rispettive abitazioni, a meno di 200 metri di distanza l’una dall’altra. Delia Zarniscu giaceva accovacciata su un fianco sul divano del soggiorno in un lago di sangue, tutt’attorno l’appartamento era devastato dai segni della sua lotta disperata per sfuggire alla ferocia dell’assassino. Maria Rus è stata invece trovata distesa a terra con gran parte del corpo carbonizzato, rivolta verso l’uscita, come se avesse provato a scappare dopo che il suo aguzzino le ha dato fuoco mentre era priva di conoscenza su una poltrona. Delia Zarniscu, viveva a Naro da anni ed era sposata con un uomo italiano. Appena arrivata nel nostro Paese, aveva stretto amicizia con Maria Rus, la cui figlia è sposata con un uomo del posto.
Nonostante le reticenze del fermato, gli inquirenti sono convinti che il duplice omicidio consumato nella notte tra giovedì e venerdì, sarebbe stato originato dal rifiuto delle vittime di accondiscendere alle avances sessuali del presunto assassino.
Ecco la ricostruzione della notte degli orrori di Naro: la sera dell’omicidio a casa della 58enne Delia Zarniscu, in via Vinci, si sarebbe tenuta una cena accompagnata da super alcolici. Seduti alla tavola della donna, anche il 24enne romeno e un connazionale 50enne. Il giovane, ubriaco, avrebbe molestato Delia che, respingendo le pesanti avances, avrebbe cacciato di casa i due uomini.
Durante la cena, almeno fino a prima che la situazione degenerasse, i tre romeni avrebbero parlato della connazionale Maria Rus, che era a casa sua sola, separata dal marito. Quando i due uomini sono stati cacciati da Delia, il più giovane si sarebbe diretto verso vicolo Avenia dove avrebbe bussato alla porta dell’abitazione di Maria, mentre il 50enne sarebbe rientrato a casa propria. Maria avrebbe aperto al connazionale ubriaco il quale, forse dopo essere stato respinto o aver cercato di violentarla – lo stabilirà l’autopsia sul cadavere della donna -, si sarebbe gettato su di lei massacrandola. Dopo averla uccisa a botte, avrebbe quindi appiccato il fuoco incendiando la poltrona nel salone di ingresso.
A quel punto il giovane romeno ubriaco sarebbe tornato – sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti – in via Vinci per sfondare la porta di ingresso e con “una ferocia inaudita” trucidare anche la Delia, spaccandole in testa tutto quello che è stato trovato: piccoli mobili, suppellettili e arredi. Così il bracciante agricolo romeno con una sfilza di precedenti per furti, violenze e incendio doloso, è stato fermato per duplice femminicidio e vilipendio di cadavere.