La radiografia ha mostrato la presenza del mini-apparecchio nell’addome. Ora il “furbetto” rischia da 6 mesi a 2 anni.
Bolzano – La fantasia umana non ha limiti, così come la creatività nel tentare di aggirare possibili limiti e ostacoli. Ne è chiara dimostrazione l’episodio accaduto nei giorni scorsi a Bolzano, quando un candidato alle prese con l’esame di teoria per la patente è stato “beccato” mentre tentava di farsi suggerire le risposte attraverso un auricolare e ha ingoiato il dispositivo nella speranza di distruggere le prove.
Il fatto si è verificato nell’Ufficio patenti della Provincia autonoma. In aula erano presenti agenti in borghese della Polizia che hanno sorpreso l’individuo con un microauricolare inserito in un orecchio, verosimilmente utilizzato per farsi suggerire le risposte.
Nella speranza di distruggere le prove a suo carico, l’uomo ha ingoiato il supporto, ma gli è andata male. I poliziotti lo hanno accompagnato al Pronto soccorso e fatto sottoporre a radiografia, che ha mostrato, inequivocabilmente, la presenza dell’auricolare nell’addome. A quel punto, inevitabilmente, è scattata la denuncia per i reati di “presentazione di esami opera di altri” – una legge del 1925, vecchia ma ancora efficace – e per “falsità ideologica per induzione”. Ora il “furbetto” rischia la reclusione da 6 mesi a 2 anni.