Non solo Boccioni e Marinetti: in Italia va in scena il “revival” del Futurismo

A Milano, Matera, Treviso e Mamiano di Traversetolo il racconto dell’avanguardia che “svecchiò” l’arte proiettandola nella modernità.

Roma – In Italia, ma non solo, è il momento del Futurismo e dintorni. In questi giorni a Matera, in Palazzo Lanfranchi, e a Treviso, al Museo Nazionale Collezione Salce, sono state aperte due importanti, ampie rassegne interamente riservate a nuovi studi sul Movimento. Sono l’effetto di un progetto condiviso tra il Museo nazionale di Matera, diretto da Annamaria Mauro, e la Direzione regionale Musei Veneto, diretta da Daniele Ferrara.

Ambrosi: Seconda squadra atlantica su New York, 1933, olio su tavola. Dalla mostra di Matera

A Matera, in Palazzo Lanfranchi sino al 10 gennaio 2024, si può ammirare l’ampia rassegna “Futurismo italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del movimento”, a cura di Massimo Duranti. Nell’esposizione materana è presente, tra le altre diverse opere, un fondamentale nucleo di manifesti futuristi concessi dal Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso.

Umberto Boccioni, Copertina per “Musica futurista di Balilla Pratella”, 1912 tempera e inchiostro su carta, cm 53 × 39 Collezione privata, Torino

Il Museo trevigiano, facente capo alla Direzione Regionale veneta, propone a sua volta un ricco focus sul tema del manifesto futurista, con il titolo “Futurismo di carta”. L’esposizione trevigiana, a cura di Elisabetta Pasqualin con la collaborazione di Sabina Collodel, si sviluppa nella sede del San Gaetano del Salce in due successivi momenti con altrettante mostre. La prima, con la declinazione “Forme dell’avanguardia”, è aperta al San Gaetano sino al 25 febbraio 2024. A seguire, dal primo marzo al 30 giugno 2024, la seconda parte, contrassegnata dal sottotitolo “Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità”.

Filippo Romoli: Magneti Marelli, 1937-38.

A Milano, intanto, alla Galleria Bottegantica sino al 2 dicembre a essere protagonista di una rilevante monografica è “Aeropittura Futurista. L’avanguardia italiana tra Biennali e Quadriennali”. Con questa mostra, curata da Fabio Benzi, la Galleria Bottegantica torna a occuparsi di Futurismo, in particolare della “Aeropittura”. La rassegna si concentra sulla partecipazione dei futuristi alle Biennali di Venezia (1926-1942) e alle Quadriennali d’Arte Nazionale di Roma (1931-1943), proponendo una accurata selezione di opere pittoriche e scultoree, nella quasi totalità esposte nelle rassegne veneziane e romane. Tramite queste mostre, Filippo Tommaso Marinetti, alla guida del movimento, cercò di assicurare un riconoscimento ufficiale al Futurismo italiano e una sua definitiva consacrazione.

Tullio Crali – Aerocaccia I (Duello di caccia), 1936, olio su tavola, 80×100 cm

Gli anni giovanili di uno dei grandi protagonisti del Futurismo, Umberto Boccioni sono in mostra, sino al prossimo 10 dicembre, nella raffinata monografica “Boccioni. Prima del Futurismo”, proposta alla Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo, nel parmense. A cura di Virginia Baradel, Niccolò D’Agati, Francesco Parisi, Stefano Roffi. Con oltre cento opere, tra cui alcuni capolavori assoluti dell’artista, la mostra si sofferma sulla figura del giovane Boccioni e sugli anni della formazione affrontando i diversi momenti della sua attività, dalla primissima esperienza a Roma, a partire dal 1899, sino agli esiti pittorici immediatamente precedenti l’elaborazione del Manifesto dei pittori futuristi nella primavera del 1910. Un decennio cruciale in cui Boccioni sperimenta tecniche e stili alla ricerca di un linguaggio originale e attento agli stimoli delle nascenti avanguardie.

“Progetti diversi, tutti di qualità notevole, che confermano come e quanto un nuovo revival del Futurismo sia in corso, dopo quello degli anni intorno al centenario del 2009”, chiosa Massimo Duranti, curatore della mostra materana e studioso tra i maggiori del Futurismo.

Mario Gros: Cioccolato Talmone – Ali d’Italia, 1931. Dalla mostra di Treviso

“In questi mesi sono state, e sono, molte le mostre, in Italia e all’estero, sul Movimento Marinettiano: tra le più recenti, a Padova, “Futurismo 1910-1915. La nascita dell’avanguardia”; in Olanda “Marinetti en het futurisme” al Rijksmuseum twenthe, Enschede; “Futurism & Europe. The aesthetics of a new world”, Kroller museum, Otterlo; “Dall’alto. Aero-pittura futurista” al Labirinto della Masone a Fontanellato di Parma e altre ne sono annunciate in Italia e all’estero. Il nuovo revival dimostra, comunque, che tuttora questa avanguardia artistica non solo genera attenzione ma anche che molta dell’arte attuale è debitrice proprio del Futurismo e dei suoi assunti”.

Tato (Guglielmo Sansoni), Paesaggio Aereo, 1932, olio su tavola, 110,5×112,5 cm

Del ruolo rilevante del Futurismo è convinto assertore anche il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che nel presenziare all’inaugurazione della mostra di Matera ha dichiarato: “Il Futurismo, movimento che dall’Italia si affermò in tutto il mondo, seppe lasciare tracce a tinte forti anche nel Meridione nel segno di una sfida culturale al rinnovamento e alla creazione di una modernità. Ricostruire i passaggi a Sud di questi visionari delle avanguardie è una delle sfide vinte dagli organizzatori della mostra che hanno centrato innanzitutto l’obiettivo del recupero conoscitivo di questo fenomeno che ha contagiato tutte le discipline artistiche, lasciando un’eredità di pensiero e di creatività ancora attuale”.

Foto in apertura: Plinio Codognato: Circuito di Cremona 8-9 Giugno 1924

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