Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera anche al decreto attuativo per il concordato biennale con i lavoratori autonomi.
Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il disegno di legge sulle riforme costituzionali nel segno del premierato. Via libera anche allo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di accertamento tributario e di concordato preventivo biennale per i lavoratori autonomi. Ok anche allo stato di emergenza per la Regione Toscana colpiti dall’alluvione e alla governance del cosiddetto Piano Mattei.
Per quanto riguarda il concordato preventivo, nelle intenzioni del governo si tratta di un patto con i lavoratori autonomi sui redditi, che dura due anni e dal quale l’Erario ipotizza anche di poter incassare 760,5 milioni: consentirà ai contribuenti di accordarsi in anticipo per due anni sui propri redditi con il fisco. L’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione dei contribuenti la proposta di adesione entro aprile 2024 (ma a regime la scadenza è il 15 marzo). I contribuenti potranno aderire entro luglio 2024 e, negli anni successivi, entro giugno. L’accordo è rivolto ai contribuenti con la partita Iva “esercenti attività d’impresa, arti o professioni”. contribuente senza abbassare la guardia sulla lotta all’evasione fiscale”.
Ma il pezzo forte del Cdm, il provvedimento più atteso, era quello relativo alla riforma costituzionale per l’elezione diretta del premier che adesso è atteso da una lunga maratona parlamentare. Sarà poi la legge elettorale a fissare le modalità e i dettagli per la formazione della maggioranza a supporto del premier. Questa la sostituzione dell’articolo 92 della Costituzione: «Il Governo della Repubblica – si legge – è composto dal Presidente del Consiglio e dai Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto per la durata di cinque anni. Le votazioni per l’elezione del Presidente del Consiglio e delle Camere avvengono tramite un’unica scheda elettorale. La legge disciplina il sistema elettorale delle Camere secondo i principi di rappresentatività e governabilità e in modo che un premio, assegnato su base nazionale, garantisca il 55 per cento dei seggi nelle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è eletto nella Camera nella quale ha presentato la sua candidatura. Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del Presidente del Consiglio, i Ministri».
Infine il provvedimento sui cui la premier Meloni si è spesa personalmente in diverse occasioni, la cooperazione nel campo dell’energia e a “prevenzione e contrasto dell’immigrazione irregolare”, poi agricoltura, salute, istruzione e tutela dell’ambiente, insomma l’insieme degli obbiettivi del Piano Mattei che dovrebbe restituire all’Italia una nuova centralità nel Mediterraneo e nelle relazioni con i paesi africani. Adesso il piano è messo nero su bianco in un provvedimento in 7 articoli che ne costituisce la cornice, ne delinea la governance, con il coordinamento centralizzato da Palazzo Chigi – tramite una cabina di regia presieduta dal presidente del Consiglio – e fissa le priorità: «la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati del Continente africano, volto a promuovere uno sviluppo comune, sostenibile e duraturo, nella dimensione politica, economica, sociale, culturale e di sicurezza».