Nel mirino soprattutto uno dei fratelli, inseguito con minacce, atti vandalici e lettere diffamatorie inviate a vicini di casa e datore di lavoro.
Varese – Dopo anni di molestie, minacce e atti vandalici è stato arrestato a Gorizia lo stalker che dal 2018 ha reso la vita impossibile a due fratelli e alle loro famiglie.
La causa scatenante della persecuzione sarebbe da ricercare nel fallimento dell’azienda di famiglia in Friuli nel 2015, e nella conseguente pretesa risarcitoria di un fratello-socio nei confronti di un altro. Pretesa che una volta respinta, oltre a produrre un processo civile, ha visto i tre fratelli soci venire alle mani ed essere denunciati per rissa. In seguito ad uno dei tre, quello finito ora in manette, era stato fatto divieto di avvicinarsi agli altri due.
Ma al termine della misura cautelare, e nonostante uno dei fratelli si fosse trasferito a Busto Arsizio per sottrarsi alle molestie, la condotta persecutoria del parente stalker era ripresa con maggior vigore. Nella cittadina lombarda dove si era trasferito, il fratello ha dovuto sopportare per anni appostamenti sotto casa, bigliettini lasciati nella cassetta delle lettere, missive diffamatorie inviate anche ai vicini di casa e al datore di lavoro nei quali questo era definito “mafioso, estorsore e pedofilo”, video e messaggi con la minaccia di uccidere e “fare a pezzi” i parenti nelle varie regioni – lo stalker ce l’aveva anche con i genitori, l’altro fratello e la suocera in Sicilia, il cognato nel milanese, tutti “rei” di aver cercato di mediare tra i due fratelli – e ancora atti vandalici sulle auto della vittima seguita addirittura in un viaggio all’estero, filmati postati sul profilo del persecutore che lo mostravano sulle tombe di Totò Riina e Bernardo Provenzano mentre invocava l’intervento dei noti mafiosi contro i parenti.
Acquisite le diverse denunce e sentiti i testimoni, il magistrato ha deciso di porre fine al calvario della vittima e dato mandato alla polizia di arrestare lo stalker nella sua residenza di Gorizia e condurlo in carcere.