Femminicidio di Cerreto d’Esi, cronaca di una morte annunciata

Secondo lo Sportello Antiviolenza il marito-killer aveva più volte violato l’obbligo di non avvicinarsi alla moglie senza che che fossero prese misure più restrittive.

Si chiamava Concetta Marruocco l’infermiera di Cerreto d’Esi, paese in provincia di Ancona, uccisa con 15 coltellate da Franco Panariello, il marito dal quale la donna si stava separando per mettere la parola fine ad una relazione fatta di continue violenze domestiche. Panariello l’ha raggiunta in piena notte nell’appartamento dove Concetta viveva con la figlia sedicenne della coppia – lui da qualche mese risiedeva a Cancelli di Fabriano – per l’ennesimo chiarimento con l’ormai ex, incontro degenerato presto in lite e poi finito in tragedia. E’ stato lo stesso omicida a chiedere alla figlia di avvisare i carabinieri, ai quali l’uomo si è poi consegnato.

Franco Panariello

Ma quello di cui è rimasta vittima Concetta non è soltanto l’ennesimo femminicidio, l’ultimo di una serie ormai infinita che suscita dolore e sdegno. La sua fine ha i contorni della morte annunciata. Perché Panariello non avrebbe dovuto nemmeno avvicinarla Concetta. Così era stato disposto dall’autorità giudiziaria che l’aveva obbligato a indossare il braccialetto elettronico dello stalker, un congegno in grado di allarmare le forze dell’ordine se la persona interdetta si avvicina alla sua vittima.

Contro Panariello era, infatti, in corso un processo per maltrattamenti e lesioni aggravate, dibattimento durante il quale la moglie e la figlia avevano testimoniato in ordine a tutte le violenze subite. Ragione di più per tenere il marito lontano dalla donna che lo stava accusando davanti ai giudici. Invece qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto e una donna di 53 anni ha perso la vita quando ormai considerava di potersene costruire una nuova.

I carabinieri sul luogo del delitto

Secondo lo Sportello Antiviolenza Artemisia di Fabriano, struttura che aveva preso in carico nel mese di marzo di quest’anno la signora Marruocco, la violazione dell’obbligo di avvicinamento che ha messo Panariello nelle condizioni di uccidere è stato soltanto l’ultimo episodio di una serie di ripetute di violazioni segnalate dal braccialetto elettronico. Il braccialetto è uno strumento ritenuto dagli stessi investigatori utilissimo anche nei casi di stalkeraggio, ma non può essere inteso come la soluzione di tutti i mali.

Serve per impedire il contatto tra lo stalker e la vittima, tenendo conto del tempo necessario alle forze dell’ordine per raggiungere il luogo dell’incontro “proibito”, ma anche per monitorare la buona condotta del soggetto in questione. Se c’è violazione, e per giunta ripetuta, la domanda posta nella nota dello Sportello Antiviolenza è più che legittima: perché non si è provveduto a innalzare la protezione intorno alla potenziale vittima, per esempio obbligando il marito agli arresti domiciliari?

E’ una risposta che si deve soprattutto a Concetta, perché la sua morte non risulti vana.

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