Braccianti agricoli sfruttati: dieci arresti

Reclutati all’estero, dovevano pagare 6mila euro ad un intermediario e lavorare fino a 16 ore al giorno sottopagati.

Matera – I carabinieri di Policoro e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Matera hanno arrestato dieci indagati (1 in carcere e 9 ai domiciliari) ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro.

Dalle indagini è emerso che un imprenditore agricolo, insieme alla figlia e ad un suo fiduciario, reclutava all’estero numerosi braccianti i quali, per poter ottenere un contratto di lavoro e avvalersi del “decreto flussi”, dovevano poi corrispondere ad un intermediario del posto la somma di 6mila euro; giunti nel Metapontino i braccianti venivano alloggiati dall’organizzazione in strutture fatiscenti (tre delle quali già sottoposte a sequestro nel corso delle indagini), dietro versamento di un canone di affitto pari a 3 euro al giorno, da dove venivano prelevati e condotti nei campi da 7 caporali (tutti stranieri).

Nel corso delle indagini è stato accertato che i braccianti hanno effettuato prestazioni lavorative di 8/10 ore giornaliere, anche nei giorni festivi, con picchi fino a 16 ore, a fronte delle 6 ore e mezza previste dalla contrattazione collettiva nazionale. La retribuzione di tali prestazioni, peraltro sotto soglia, consentiva la mera di sopravvivenza delle maestranze. L’indagine era partita dalle proteste di alcuni braccianti per il mancato pagamento dello stipendio, ma i successivi approfondimenti hanno fatto emergere uno scenario ben più grave.

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