Il titolare di una società e altri 16 indagati intascavano soldi pubblici facendo figurare come collaboratori degli ignari cittadini.
Torre Annunziata – L’indagine della Guardia di finanza ha preso le mosse dalla denuncia di una donna che al momento di presentare la dichiarazione dei redditi ha scoperto nel proprio “cassetto fiscale” la presenza di un’ulteriore CU (certificazione unica) emessa dalla SPORT E SALUTE S.p.a., per redditi percepiti nel corso del 2020 (3.200 euro) come collaboratrice presso una struttura sportiva di Massa Lubrense, pur non avendo la signora mai svolto alcuna prestazione di lavoro in tale settore. L’indennità a favore dei collaboratori sportivi è una misura assistenziale di 600 euro mensili, erogata in presenza di determinate condizioni da SPORT E SALUTE. S.p.a. (ex CONI) e introdotta in epoca Covid dal Decreto Legge “Cura Italia”.
Dalla successiva attività d’indagine dei militari è emerso come il titolare della struttura sportiva di Massa Lubrense, con la complicità di altri 16 indagati, avrebbe messo in piedi una truffa per ottenere l’indennità coinvolgendo dei cittadini ignari quali richiedenti il beneficio alla società erogatrice. In particolare, il sistema messo in atto avrebbe consentito l’indebita percezione dei contributi destinati ai collaboratori sportivi – per un importo totale di 109.400 euro – riferiti a 36 domande presentate attraverso la trasmissione di documentazione artefatta o nell’utilizzo di dati e documenti relativi a soggetti (nella maggior parte) non consapevoli. All’ingiusto vantaggio degli indagati, corrispondeva non solo il danno per gli enti pubblici ma anche quello procurato agli ignari richiedenti che si vedevano caricare di un ulteriore reddito mai percepito.
Agli atti risultano 17 indagati per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico e sostituzione di persona. Inoltre è stato disposto a loro carico il sequestro preventivo delle somme indebitamente percepite: 24.690 euro rinvenuti in contanti durante le perquisizioni, 50.260,70 euro corrispondenti a disponibilità giacenti sui rapporti finanziari riconducibili agli indagati nonché in un bene mobile registrato, del valore di 34.449,30 euro, di proprietà del principale indagato.