Un’azione criminale pianificata nei minimi dettagli: analisi delle telecamere e intercettazioni rivelano il coinvolgimento di parenti e badanti in attività criminose in danno di anziani.
Reggio Calabria – Il personale della polizia di Stato ha tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, 4 soggetti (3 uomini ed una donna) – A.A. cl. 91, M.S. cl. 92, L.M., cl. 73 e C.D., cl. 80- indiziati, allo stato del procedimento in fase di indagini preliminari, del reato di rapina pluriaggravata in concorso, nel quartiere Pellaro, ai danni di una coppia di anziani, ai quali fu sottratta una ingente somma di denaro, non esattamente quantificata, costituita da pluriennali risparmi.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile sotto le direttive della Procura della Repubblica sono partite dalla denuncia delle vittime (marito e moglie, lui cl. 29, lei cl. 36, entrambi deceduti per cause naturali nei mesi scorsi), che raccontarono di essere stati rapinati durante le ore pomeridiane da due soggetti travisati, i quali, dopo aver sfondato la porta di ingresso, li costrinsero con la forza a stare fermi in un angolo della casa, gli tapparono la bocca con la mano per non farli gridare, e si diressero, in modo sicuro nella stanza da letto aprendo un cassettone dove le vittime custodivano i risparmi di alcuni anni.
Proprio la dinamica dell’evento fece ritenere che gli autori della rapina avessero agito essendo in possesso di dettagliate informazioni sulle abitudini dell’anziana coppia. A fornire i primi sviluppi investigativi è stata la meticolosa analisi delle telecamere, che permetteva di individuare la macchina utilizzata dagli autori della rapina, poi risultata noleggiata da uno degli arrestati (C.D., cl.80), che per come emerso nel prosieguo delle indagini si prestava in modo sistematico a noleggiare macchine che poi metteva a disposizione dei complici. Partendo dal noleggiatore del veicolo, l’analisi dei tabulati e le intercettazioni telefoniche hanno permesso di raccogliere gravi indizi a carico dei due autori materiali della rapina (A.A. cl.91, M.S. cl. 92), uno dei quali (M.S.) è risultato essere il genero dell’ultima badante delle vittime (L.M.), anch’essa colpita da misura cautelare, perché sospettata di aver fornito ai rei le informazioni necessari per portare a termine l’azione criminale.
A carico della donna, tra gli altri indizi, vi è il fatto che si licenziava pochi giorni dopo e, per come emerso dalle intercettazioni, manifestava una insolita disponibilità di danaro nelle fasi successive alla rapina.