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Lavoro nero piaga devastante: irregolarità in ogni settore

Si intensifica il contrasto al lavoro nero. Nel Veronese svolti 131 controlli in vari comparti con l’individuazione di 191 lavoratori in nero e 392 lavoratori irregolari con l’irrogazione di sanzioni nei confronti di 61 datori di lavoro.

Verona – I finanzieri del Comando Provinciale scaligero hanno intensificato ulteriormente le attività di contrasto al lavoro nero e irregolare, fenomeni di illegalità che, oltre a incidere negativamente sulla condizione retributiva e previdenziale dei singoli lavoratori e, talvolta, sulla stessa sicurezza, integrano una vera e propria forma di concorrenza sleale ai danni delle imprese oneste. Dall’inizio dell’anno, il dispositivo di contrasto al sommerso da lavoro attuato dalle Fiamme Gialle scaligere, si è concretizzato in 131 controlli svolti in vari comparti (tra i quali ristorazione, servizi per la persona, locali e di intrattenimento, logistica, costruzioni etc.) ed ha portato all’individuazione di ben 191 lavoratori in nero e 392 lavoratori irregolari con l’irrogazione di sanzioni nei confronti di 61 datori di lavoro (5 dei quali denunciati alla locale Procura della Repubblica per violazione delle norme sull’immigrazione poiché impiegavano cittadini stranieri privi del permesso di soggiorno).

In 17 casi sono state avanzate, inoltre, proposte di sospensione dell’attività imprenditoriale al competente Ispettorato territoriale del lavoro in quanto oltre il 10% dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro, risultava occupato, al momento dell’accesso ispettivo, senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto lavorativo

Anche le cooperative nell’occhio del ciclone.

Tra i controlli svolti dai finanzieri veronesi, quelli nei confronti di due società cooperative (una operante nel settore del “movimento merci” e l’altra attiva nel settore dell’”imballaggio e del confezionamento”) che hanno portato ad individuare complessivamente 288 lavoratori irregolari e 84 completamente in nero. Nel primo caso, i militari del Nucleo PEF di Verona hanno accertato che ai lavoratori venivano corrisposti – in assenza di idonea documentazione giustificativa – compensi formalmente qualificati quali “rimborsi spese per trasferte” in realtà mai avvenute, in evasione, quindi, delle imposte dirette e dei contributi previdenziali.

Nel secondo caso, i finanzieri della Compagnia di Soave, oltre a scoprire una rilevante evasione fiscale per la quale è stata avanzata alla competente autorità giudiziaria proposta di sequestro finalizzata alla confisca per un ammontare complessivo di oltre 2,5 milioni di euro, hanno individuato 84 lavoratori privi di contratto di lavoro e 55 irregolari (tutti stranieri). Ulteriori attività nello specifico settore sono state svolte dal Gruppo di Villafranca che, nell’ambito delle iniziative a contrasto ai fenomeni di illegalità nel comparto agricolo, ha individuato 23 lavoratori in nero e 51 irregolari.

Ed ancora – in relazione al progressivo incremento dei flussi turistici estivi – durante un accesso ispettivo effettuato all’interno di un ristorante del capoluogo, i finanzieri del Gruppo di Verona hanno constatato l’impiego di 2 lavoratori in nero. Uno di essi, in particolare, è risultato essere un indebito percettore del Reddito di Cittadinanza e pertanto è stato anche segnalato all’ente erogatore per la successiva decadenza del beneficio. Il secondo soggetto è risultato sprovvisto di un titolo valido per il soggiorno sul territorio nazionale e pertanto è stato deferito all’autorità giudiziaria competente per la violazione al Testo Unico sull’immigrazione. Alla medesima autorità è stato segnalato anche il datore di lavoro per l’accertamento delle eventuali conseguenti responsabilità penali.

Infine, nei giorni scorsi, la tenenza di Bardolino, sempre nell’ambito dell’intensificazione degli specifici controlli nel settore turistico e della ristorazione sul litorale gardesano, ha scovato 6 lavoratori irregolari, di cui 4 completamente in nero, intenti a prestare la propria attività lavorativa in una pizzeria molto frequentata. Anche in questo caso, sono quindi scattate le previste segnalazioni all’Ispettorato del Lavoro, competente all’irrogazione delle pesanti sanzioni, tra le quali è prevista, oltre al pagamento di elevati importi, anche la possibile sospensione dell’esercizio dell’attività.

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