Un sofisticato meccanismo di frode fiscale per omettere i versamenti INPS e INAIL e “compensarli” gonfiando crediti Iva. A capo di tutto, Andrea Oddo, un imprenditore titolare del Gruppo Viesse. Per lui beni confiscati pari a 41 milioni di euro.
Monza – Eseguito un provvedimento di confisca per equivalente di disponibilità finanziarie ed immobiliari fino alla concorrenza di 41 milioni di euro, disposto con sentenza del tribunale del capoluogo brianzolo e confermato dalla Corte di Appello milanese, nei confronti di un imprenditore condannato, in via definitiva, per frode fiscale, indebite compensazioni ed omessi versamenti di I.V.A. e ritenute certificate.
L’ordine di confisca scaturisce da indagini di polizia giudiziaria e successive attività ispettive effettuate dalle Fiamme Gialle monzesi, su delega della Procura della Repubblica di Monza, a carico di 10 società appartenenti ad un gruppo – con quartier generale a Usmate Velate – leader nella fornitura di servizi alle aziende. I finanzieri, nell’esaminare la contabilità aziendale delle società del gruppo –¬ con un fatturato di oltre 80 milioni di euro e 2.200 collaboratori sparsi in tutta Italia – hanno ricostruito un ingegnoso ed insidioso meccanismo fraudolento adottato dalle imprese, che consentiva loro il sistematico omesso versamento sia delle imposte dovute all’Erario sia dei contributi di spettanza dell’INPS e dell’INAIL, posto che i debiti tributari e previdenziali maturati (quantificati in cinquanta milioni di euro) venivano puntualmente annullati illecitamente, ossia compensati con crediti I.V.A. artatamente gonfiati o addirittura risultati in molti casi del tutto inesistenti.
A conclusione dell’iter processuale, l’imprenditore Andrea Oddo – fondatore del gruppo e regista nonché beneficiario dell’ingente frode perpetrata, per la quale era stato altresì raggiunto da custodia cautelare in carcere disposta dal GIP presso il tribunale di Monza – è stato condannato in via definitiva alla pena di 4 anni di reclusione.
Dopo il passaggio in giudicato della sentenza di condanna, in ragione dei conseguenti approfondimenti patrimoniali eseguiti, gli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Monza hanno assicurato l’esecuzione del provvedimento di confisca per equivalente, fino alla concorrenza del profitto dei reati tributari ascritti, di disponibilità finanziarie del condannato, nonché del patrimonio immobiliare allo stesso intestato ovvero nella disponibilità di società di fatto amministrate dall’imprenditore medesimo, tra cui tre appartamenti, nove autorimesse, due capannoni industriali e due terreni distribuiti tra le provincie di Monza e della Brianza e Lecco, un attico con super attico in provincia di Sassari, oltre a due ville site a Villasanta e Lesmo, di cui una, di particolare pregio, con piscina, sauna e bagno turco.
L’azione di servizio, svolta in stretta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, sotto la direzione ed il coordinamento del Comando Provinciale Monza, testimonia l’impegno quotidianamente profuso dal Corpo, quale presidio della sicurezza economico-finanziaria, ai fini dell’individuazione delle grandi evasioni e delle frodi fiscali costituenti un grave ostacolo allo sviluppo economico del Paese e della conseguente aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, per restituirli a beneficio della collettività.