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Logistica sporca: imprenditore evasore fa incetta di beni di lusso

Auto di lusso e yacht faraonici tra i beni sequestrati a un imprenditore, operante nel settore della logistica, che attraverso operazioni fraudolente aveva depauperato il patrimonio societario macchiandosi di evasione fiscale.

Latina – I finanzieri del Comando Provinciale della città laziale hanno dato esecuzione a un decreto con cui il GIP del tribunale di Latina ha disposto la misura cautelare reale del sequestro preventivo per un valore di oltre 7 milioni di euro nei confronti di una società di capitali attiva nel settore della “logistica merci” nonché del suo legale rappresentante pro-tempore e del suo amministratore “di fatto”.

L’attività odierna si inserisce in un più ampio contesto investigativo, affidato al Nucleo di Polizia economico-finanziaria laziale, che già aveva portato lo scorso anno all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti sia del citato amministratore “di fatto”, sia del responsabile legale di un’impresa operante nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti, entrambi per le ipotesi di bancarotta fraudolenta per aver depauperato il patrimonio aziendale di una società, in grave dissesto finanziario, mediante un’operazione straordinaria di cessione di ramo d’azienda.

La Ferrari F430 oggetto del sequestro.

Nel prosieguo delle investigazioni, svolte sotto l’egida della locale Procura della Repubblica, l’attenzione delle Fiamme Gialle si è concentrata, mediante l’esame di documentazione contabile ed extracontabile, sulla destinazione e l’utilizzo delle somme distratte, attività che ha consentito di individuare pagamenti e spese per oltre 4 milioni di euro sostenute dalla società a beneficio dell’amministratore ”di fatto” per scopi estranei all’attività di impresa, quindi a danno del patrimonio aziendale. Tali distrazioni di denaro hanno inoltre generato una inevitabile crisi di liquidità tale da non consentire alla società di adempiere alle obbligazioni tributarie, determinando l’omesso versamento dell’Iva per oltre 3,5 milioni di euro.

Sulla base degli elementi raccolti è stata disposta nei confronti della società, dell’amministratore “di fatto” e del rappresentante legale “di diritto” il sequestro preventivo, diretto e nella forma per “equivalente”, di denaro e beni per l’importo complessivo di euro 7.557.240, quale profitto dei reati ipotizzati, ovvero l’omesso versamento di Iva e l’appropriazione indebita dei fondi societari. L’esecuzione del citato provvedimento è stata condotta a seguito di una mirata attività delle Fiamme Gialle di individuazione delle somme su conti correnti, depositi o altri rapporti bancari, nonché di ricostruzione patrimoniale dei beni mobili o immobili intestati o riconducibili, anche indirettamente o in maniera occulta, ai soggetti medesimi.

Sequestrato anche lo yacht Pershing.

La complessa attività di polizia economico-finanziaria ha consentito il sequestro, per il successivo recupero all’erario o a beneficio dei creditori nella procedura fallimentare, di somme di denaro giacenti sui conti nonché di 19 immobili ubicati in Latina, Roma e Milano, quote sociali relative a 7 consorzi, nonché 7 autoveicoli, tra cui una Ferrari modello F-430 ed un’imbarcazione da diporto di oltre 16 metri di notevole pregio, modello Pershing 54 yacht, il tutto riconducibile agli indagati, anche attraverso l’uso di società schermo costituite al fine di occultarne la reale proprietà. L’evasione fiscale costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché distorce l’allocazione delle risorse, altera la libera concorrenza con le imprese sane del tessuto imprenditoriale del nostro Paese e mina l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli.

L’attività si inserisce infatti nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza a tutela del corretto impiego delle risorse pubbliche e della legalità economica, operazioni finalizzate, da un lato, a contrastare le più insidiose e pervasive forme di frode ai danni del Paese e dei cittadini, e dall’altro alla conseguente aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, da destinare, una volta definitivamente restituiti e acquisiti alle casse dello Stato, anche a importanti interventi economico-sociali a beneficio della collettività. Si precisa che le iniziative investigative assunte si basano sulle evidenze probatorie sinora raccolte e che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari; pertanto, in attesa del giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza.

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