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L’operazione Persefone soffoca 4 famiglie mafiose

È stata disarticolata un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e gestito dalle famiglie mafiose di Bagheria, Palermo, Porta Nuova e Roccella.

Palermo – Alle prime ore di stamattina, in Palermo e Bagheria, i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale, hanno dato esecuzione a 21 ordinanze di custodia cautelare, 9 disposte in carcere, altre 8 agli arresti domiciliari e 4 all’obbligo di presentazione alla P.G., emesse dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti spaccio di stupefacenti, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.

L’indagine, convenzionalmente denominata Persefone 2, è il risultato di un’articolata manovra investigativa portata avanti dal Nucleo Investigativo di Palermo, che, partendo dal monitoraggio della compagine associativa bagherese, colpita nell’ambito di un primo provvedimento repressivo eseguito il 13 e il 17 settembre 2021, portava alla luce un articolato sodalizio criminale ad ampio respiro, finalizzato alla gestione della piazza di spaccio di Bagheria, operante sotto l’egida mafiosa.   

Moltissimi i nastri derivanti da intercettazioni ascoltati dai militari.

L’indagine, avviata dai carabinieri nel 2019, è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo e ha consentito di acquisire un quadro indiziario gravecondiviso dal G.I.P. nell’ordinanza restrittiva citata. Il provvedimento cautelare emesso dal Giudice ritiene sussistente l’esistenza di gravi indizi per affermare la piena operatività dell’organizzazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti gestita da cosa nostra” bagherese, anche grazie al canale di approvvigionamento proveniente dai mandamenti cittadini di Brancaccio e Porta Nuova.

Sempre secondo l’ordinanza cautelare, sussistono gravi indizi, che dovranno essere successivamente confermati dagli ulteriori passaggi processuali, nell’ordine:

– A un sempre maggiore ricorso, da parte delle articolazioni di “cosa nostra”, ai traffici di stupefacenti, individuati quale valida opportunità per un adeguato sostentamento delle casse mafiose.

– All’operatività di una organizzazione criminale dedita al traffico di stupefacenti operante sotto il rigido controllo della famiglia mafiosa di Bagheria.

– All’esistenza di un asse di cooperazione, principalmente ascrivibile alle forniture, con il limitrofo mandamento di Brancaccio nonché con quello di Porta Nuova.

–  Alla gestione strutturale della piazza di spaccio bagherese, sviluppata in forma piramidale con il vertice ricadente all’interno del perimetro mafioso.

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