Continua l’iniziativa voluta dal CNDDU #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità per la memoria
Riceviamo e pubblichiamo
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda l’assassinio del giovane Stefano Siracusa, operaio della Forestale, e di Gaspare Palmieri, agente tecnico della Forestale alle dipendenze della Regione Siciliana, avvenuto in contrada Pietralunga, una zona di campagna tra Corleone e San Cipirello, nel tardo pomeriggio del 18 giugno 1991.
Entrambi Gaspare e Stefano sono degli onesti lavoratori ritrovatisi nel mirino della mafia per una tragica fatalità: essere stati in compagnia di Domenico Parisi, parente stretto del noto boss alcamese Lorenzo Greco.
Le parole della giovanissima studentessa Giulia Menzano della classe I sez. D del Liceo scientifico Filolao di Crotone rievocano i fatti tragici di quella giornata e invocano una società diversa, improntata ai principi della legalità e dell’umanità.
“Il 18/06/1991, nei pressi di Corleone, un agguato, vile e feroce, pose fine alla vita del giovane operaio forestale siciliano Stefano Siracusa. La sua auto, con a bordo altre tre persone, al rientro di una gioviale giornata tra amici, fu bersagliata da una pioggia di proiettili, almeno 150 secondo alcune fonti giornalistiche. Morirono sul colpo Siracusa ed altre due persone, tra cui Domenico Parisi, vero obiettivo del commando killer, come si scoprirà molti anni dopo. Un’altra persona, miracolosamente, riuscì a sfuggire al fuoco assassino ed a salvare la propria vita.
Per l’omicidio di Siracusa e dei suoi due amici, furono condannati noti esponenti della mafia corleonese, tra i quali Totò Riina. È l’ennesimo episodio cruento della lotta tra cosche per la supremazia del territorio e del malaffare siciliano, che rende impossibile vivere serenamente in ogni angolo dell’Isola e, purtroppo, conta vittime innocenti. Vittime innocenti che, come spesso si sente dire, hanno solo il “torto” di trovarsi “al posto sbagliato nel momento sbagliato”: quello che dobbiamo fare è, quindi, attraverso la legalità e la giustizia, eclissare la possibilità che queste ingiustizie accadano ancora, perché in un’Italia che ambisce all’onestà e al progresso, non possono e mai potranno esistere un posto e un momento sbagliati.”
L’aspetto più drammatico e ingiusto della vicenda riguardò un’iniziale tempesta di fango cui furono sottoposto Gaspare e la sua famiglia: venne insinuata una sua possibile vicinanza con gli ambienti malavitosi, del tutto infondata. Trascorsero anni ma la giustizia riuscì a trionfare e venne dimostrata la totale estraneità di Gaspare alle calunnie rivoltegli. Molte volte si cerca un capro espiatorio e si cerca un mostro da piazzare in prima pagina. La storia di Gaspare invita i giovani proprio a riflettere sul potere delle parole nel bene e nel male.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU