Due giovani maghrebini sono gli ideatori di uno schema criminoso che mettevano in atto per le strade del capoluogo piemontese. Obiettivo: orologi di grande pregio.
Torino – Nelle decorse giornate, personale della Polizia di Stato ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto due giovani nordafricani, sospettati di avere commesso la rapina di un orologio “Philip Zepter Saltarello” del valore di oltre 10.000 euro.
Lo scorso 10 gennaio, in via Drovetti, un uomo italiano (classe ’58) veniva avvicinato da due giovani stranieri, che gli chiedevano di scattare loro una fotografia con il telefono cellulare e gli consegnavano uno smartphone per eseguirla; una volta ottenuto lo scatto, all’atto di riprendere il telefono dalle mani del malcapitato, lo aggredivano, sottraendogli con violenza l’orologio che portava al polso, che evidentemente, durante la fase di approccio, era stato velocemente esaminato e riconosciuto come oggetto di valore.
Un fatto analogo, realizzato con il medesimo modus operandi, era avvenuto anche il precedente 30 dicembre 2022 in via Andrea Doria ai danni di un uomo (classe ’59), vittima della rapina del suo orologio “Jaeger – LeCoultre Reverso Duoface” del valore di oltre 11.000 euro.
Gli approfondimenti investigativi della Squadra Mobile della Questura di Torino, realizzati anche attraverso l’acquisizione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza di diverse attività commerciali, consentivano di individuare il percorso seguito dai presunti autori dei fatti, durante la fuga, nonché di localizzare la zona che gli stessi verosimilmente frequentavano abitualmente.
Gli investigatori rintracciavano 1 dei 2 giovani nei pressi della Stazione di Torino Porta Nuova e avevano modo di assistere al suo incontro con altri due stranieri, uno di quali riconosciuto come il possibile secondo autore del fatto delittuoso di via Drovetti. I tre giovani, costantemente pedinati ed osservati, dopo aver tentato di approcciare, con il consueto modus operandi, una nuova potenziale vittima, venivano fermati dagli investigatori. Gli elementi acquisiti, tra i quali il riconoscimento fotografico da parte delle vittime dei reati, consentivano ragionevolmente di ipotizzare che due dei tre fermati fossero gli autori della rapina del 10 gennaio e, uno solo dei due, anche di quella del precedente 30 dicembre, in concorso con altro soggetto non ancora identificato.
Il procedimento penale versa nella fase delle indagini preliminari e pertanto vige la presunzione di non colpevolezza a favore degli indagati, sino alla sentenza definitiva.