Dopo il tragico rogo al deposito carburanti di Calenzano, scioperi e proteste per la sicurezza sul lavoro. Il governatore toscano Giani chiede strumenti di prevenzione.
Firenze – L’incendio al deposito carburanti di Calenzano, che ha causato la morte di cinque persone, è stato spento, ma la tensione tra i lavoratori e i sindacati resta alta. Alla raffineria di Livorno, oggi è stato proclamato un altro sciopero di due ore, mentre nell’area metropolitana di Firenze si tiene uno sciopero generale di 4 ore, organizzato da Cgil, Cisl, Uil e supportato dall’Ugl, con una manifestazione a Calenzano.
Maurizio Landini, leader della Cgil, ha duramente criticato il sistema imprenditoriale, definendolo “fondato sull’insicurezza” e privo di procedure adeguate per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori. “È l’ennesima strage che dimostra quanto poco si investa nella prevenzione”, ha affermato. I sindacati sottolineano come queste tragedie attirino attenzione solo temporaneamente, lasciando irrisolti i problemi strutturali.
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha dichiarato che il deposito Eni, costruito alla fine degli anni ’50 in una zona allora rurale, oggi si trova in un’area densamente popolata e non più adatta alla sua funzione. Giani ha sottolineato l’urgenza di ripensare le localizzazioni e adottare strumenti di prevenzione e misure urbanistiche per evitare altre tragedie simili. “Dobbiamo attendere le indagini per comprendere le cause e stabilire responsabilità, ma è evidente che servano misure concrete per garantire la sicurezza sul lavoro e nel territorio,” ha concluso.