Il testo passerà in Aula nel pomeriggio. Probabile che si proceda con la fiducia, alla luce degli 800 emendamenti delle opposizioni.
Roma – Riprende, dopo la pausa natalizia, l‘iter del testo della Manovra. A Palazzo Madama l’esame in commissione si chiuderà oggi ma senza entrare nel merito. La Legge di Bilancio poi passerà in Aula nel primo pomeriggio, dove dovrebbe ottenere il via libera definitivo domani, 28 dicembre. Appare improbabile l’ipotesi di procedere senza mettere la fiducia, anche alla luce degli 800 emendamenti presentati dalle opposizioni che nei giorni scorsi hanno protestato con forza contro un esame blindato e senza modifiche, necessario per scongiurare l’esercizio provvisorio. Una prassi che avviene ormai da anni, ma che secondo i senatori è un monocameralismo che di fatto “mortifica” ed “umilia” il Parlamento.
Dunque il voto finale – anche in questo caso con fiducia – dovrebbe arrivare nella giornata di domani, con tre giorni di anticipo rispetto al 31 dicembre, termine ultimo per procedere alla conversione ed evitare l’esercizio provvisorio. La polemica delle opposizioni rappresenta un malessere passato e presente: la prassi di una Manovra che dal 2018 viene modificata in un solo ramo del Parlamento, esautorando di fatto l’altro. “La sensazione è che siamo qui per una Manovra arrivata morta, arrivata inerme”, dice il capogruppo Dem Francesco Boccia.
“Anche quest’anno, uno dei due rami del Parlamento viene mortificato e privato delle proprie competenze”, aggiunge il capogruppo del M5s Stefano Patuanelli. “Dobbiamo prendere atto che questa procedura non è più sopportabile”, dice il capogruppo di Iv Enrico Borghi. Manovra non solo arrivata a Palazzo Madama blindata, osserva il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tino Magni ma anche “piena di mancette”. Sul piano generale però il ragionamento viene condiviso anche da alcune voci nella maggioranza: “Nella sostanza condivido anch’io – sottolinea il capogruppo di FI in Senato Maurizio Gasparri – i richiami sulla sovranità del Parlamento e delle due assemblee legislative”.
Tra i principali provvedimenti contenuti nella Manovra, l’accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni: 23% fino a 28mila euro, 35% fino a 50mila euro e 43% oltre i 50mila euro. Avanti anche con il taglio del cuneo fiscale, con l’ampliamento della platea di lavoratori interessati: sale infatti a 35mila a 40mila euro la soglia di reddito che permette di aver accesso al taglio. Arriva, inoltre, un taglio degli sconti fiscali per chi guadagna più di 75mila euro lordi all’anno (circa 1,2 milioni di contribuenti Irpef). Nel testo votato alla Camera presenti misure per incentivare la natalità e contribuire alle spese per i figli, anche per le attività extrascolastiche.
C’è anche l’Ires premiale: le imprese che accantonano almeno l’80% degli utili dell’esercizio 2024 e ne reinvestono in azienda almeno il 30% (e non meno del 24% degli utili dell’esercizio 2023) pagheranno una Ires ridotta di 4 punti. E poi ancora stretta agli abusi della Naspi, proroga del fondo di garanzia per le Pmi, risorse per gli indigenti (con la Carta “Dedicata a te”).