Milleproroghe: toghe contabili, no a proroga scudo erariale ma riforma condivisa

Lo dice una nota dell’Associazione magistrati della Corte dei conti sulla norma varata in Cdm che suscita “fortissime perplessità”.

Roma – L’eventuale proroga dello “scudo erariale al 30 aprile 2024, che sarebbe prevista dal decreto Milleproroghe approvato dal Consiglio dei ministri di ieri, suscita fortissime perplessità”. E’ quanto si legge in una nota dell’Associazione magistrati della Corte dei conti. Si tratta di proroga generalizzata e non legata ad alcuna circostanza eccezionale, in violazione del dettato della Corte costituzionale (sent. n.132/2024). Cinque anni di mancato risarcimento dei danni erariali per condotte attive gravemente colpose sono davvero troppi danni non risarciti che resteranno per sempre a carico dei contribuenti.

“Stiamo chiedendo da mesi una riforma condivisa, una legge delega che consenta a tutti gli attori coinvolti di sedere attorno a un tavolo – sostiene Paola Briguori, presidente dell’Associazione magistrati della Corte dei conti – e la decisione di prorogare lo scudo erariale per altri quattro mesi va nella direzione opposta. Il rischio è quello di un vero e proprio scudo tombale. Ci richiamiamo ancora una volta alle parole del presidente della Repubblica, che ha parlato del ‘ruolo fondamentale della Corte dei conti come garante imparziale della corretta gestione delle risorse pubbliche'”. 

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