Sigilli della Dia al patrimonio riconducibile a Giuseppe Vizzini, considerato dagli inquirenti il braccio destro del boss Salvatore Giuliano, e già condannato a 18 anni e 6 mesi in primo grado.
Catania – Nuovo colpo inferto dalla Direzione Investigativa Antimafia al clan Giuliano. Beni per un milione di euro sono stati sequestrati a Giuseppe Vizzini, considerato dagli inquirenti il braccio destro del boss Salvatore Giuliano, e ad altre tre persone a lui vicine. I sigilli sono stati apposti ad un’impresa e ad altri cespiti accumulati secondo l’accusa a seguito di attività mafiose.
Il provvedimento, richiesto congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Catania e dal Direttore della D.I.A. ha ottenuto il via libera dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale. Così è scattato il sequestro che ha colpito gli interessi del clan Giuliano, operante principalmente nel comprensorio territoriale di Pachino e Portopalo di Capo Passero, associazione criminale storicamente legata al clan Cappello di Catania.
La manifesta pericolosità di Giuseppe Vizzini, classe ’64, è cristallizzata negli atti processuali di numerose inchieste giudiziarie, sui cui frutti, in termini di proventi illecitamente accumulati, Vizzini continua a godere direttamente o indirettamente la disponibilità. La storia giudiziaria di Vizzini racconta di delitti di grave allarme sociale, quali l’associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione e cessione illecita di sostanze stupefacenti, traffico di sostanze stupefacenti, minaccia a pubblico ufficiale, violazione di sigilli, furto, truffa ed altro ancora.
Vizzini, come emerso nel corso dell’operazione di polizia denominata “Araba Fenice”, risulta essere il braccio destro del boss Salvatore Giuliano, nonché il suo socio in affari, con riferimento alle vicende che hanno interessato la società Agricola La Fenice Srl. Eventi, che gli sono costati la condanna in primo grado, con sentenza del 17 gennaio del 2022, emessa dal Tribunale di Siracusa, a 18 anni e mesi 6 di reclusione.
Il decreto di sequestro ha permesso di porre i sigilli ad un’impresa e all’insieme dei beni aziendali e strumentali, a 3 autovetture, un fabbricato, nonché a rapporti bancari e postali di valore per un valore complessivo presunto di circa 1.000.000,00 euro.