Archiviata la querela del sindaco contro la giornalista che parlò di mafia ad Abbiategrasso

Mentre Errante Parrino, residente nel centro del Milanese e considerato l’uomo di Messina Denaro in Lombardia, è ricercato dai carabinieri, Sara Manisera vede cadere le accuse di diffamazione e calunnia.

Milano – Si era beccata una querela per aver parlato della penetrazione della mafia ad Abbiategrasso, centro del Milanese dove da trent’anni abita e gestisce un bar Errante Parrino, l’uomo ritenuto dai magistrati dell’inchiesta Hydra il referente di Messina Denaro per gli affari di Cosa Nostra in Lombardia, e da ieri ricercato dai carabinieri a seguito di un ordine d’arresto nei suoi confronti.

A querelare la giornalista freelance Sara Manisera era stato lo stesso sindaco di Abbiategrasso, Cesare Francesco Nai, accusandola di diffamazione e calunnia per un intervento in cui parlava della presenza delle mafie al Nord, in particolare nel comune amministrato da Nai.

Durante un evento a Cutro, in Calabria, Manisera aveva affermato: “Ad Abbiategrasso, in provincia di Milano, ho visto le mafie entrare nel comune, negli appalti pubblici, e soprattutto dentro il cemento, perché alle mafie una cosa che piace tanto è il cemento, i centri commerciali”. Queste dichiarazioni avevano portato alla querela nel settembre del 2022. Dopo quasi due anni, la giudice per le indagini preliminari di Crotone, Elisa Marchetto, ha deciso di archiviare il caso “perché il fatto non sussiste”, accogliendo la difesa di Manisera, rappresentata dall’avvocato Andrea Di Pietro, su incarico dello Sportello Legale di Ossigeno per l’Informazione, l’organismo che collabora con l’ong Media Defence.

Manisera ha commentato l’archiviazione con queste parole: “Sono molto felice di questa decisione, che dimostra ancora una volta come le querele vengano spesso utilizzate per cercare di zittire le voci critiche nei confronti del potere, che siano giornalisti o attivisti. Ringrazio Ossigeno per l’Informazione per avermi supportato e difeso in questi due anni senza alcun compenso, un aiuto fondamentale per una giornalista indipendente. E ringrazio anche la società civile che si è mobilitata a favore del diritto di essere informati”.

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