Individuata base operativa clandestina e due dealer di telefonia coinvolti nel fenomeno dello “smishing”: 17 indagati.
Chieti – Il 15 ottobre 2025 è stata perpetrata una truffa telematica ai danni di una “persona anziana”, ove gli indagati, fingendosi operatori di una società leader nel mercato nazionale dei pagamenti digitali, inducevano in errore quest’ultima attraverso una serie di messaggi telefonici inviati da utenze intestate a persone inesistenti con generalità false e attribuibili a cittadini extracomunitari.
Nella fattispecie, la vittima ha contattato l’utenza che gli è stata indicata in maniera truffaldina e gli interlocutori – spacciandosi per operatori della citata società – gli hanno fatto credere che fosse in atto un pagamento non autorizzato. Nel corso della conversazione, i malfattori sono riusciti a indurla in errore ed a farsi riferire le credenziali sia di accesso al conto corrente che dispositive.
Ottenuto l’accesso all’ “home banking” della vittima, i truffatori hanno dapprima innalzato il limite dei bonifici istantanei e poi hanno eseguito due disposizioni di pagamento di ingenti quantità di denaro (uno di 48.500,00 euro e l’altro di 47.800,00 euro) verso conti correnti intestati a due soggetti campani, stanziati in particolare tra Napoli e Salerno e successivamente identificati dagli investigatori.
Le somme di denaro sono state poi in gran parte immediatamente trasferite su conti correnti esteri (in Belgio ed in Lussemburgo) riconducibili a società di proprietà e amministrate da altri soggetti campani, i quali, a seguito di immediati accertamenti, sono risultati essere, rispettivamente, titolari di numerosi rapporti finanziari presso ben 11 istituti di credito differenti.

L’analisi dei saldi e delle giacenze medie annuali ha permesso altresì di comprendere che tali conti venivano utilizzati esclusivamente per perpetrare le truffe. La restante parte è stata prelevata in contanti presso gli sportelli atm ubicati nelle provincie di Napoli e Salerno da parte di altri di altri indagati del luogo. Le prime attività di polizia giudiziaria, quindi, hanno permesso di:
- localizzare in Campania – in particolare nelle provincie di Napoli e Salerno – le abitazioni degli iniziali indagati (4 residenti nella Città di Napoli e 5 residenti tra Salerno e provincia), nei confronti dei quali il Nucleo Investigativo – Reparto Operativo del Comando Provinciale carabinieri di Chieti ha eseguito diverse perquisizioni domiciliari, veicolari e personali;
- identificare 4 intestatari dei predetti conti correnti;
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sequestrare ingente materiale probatorio (tra cui numerosissime carte prepagate
“Postepay Evolution” intestate a personaggi fittizi che si è scoperto essere state utilizzate per il primo transito del denaro truffato, nonché documentazione bancaria utile per i successivi accertamenti e telefoni cellulari con SIM card telefoniche).
Successivamente, l’esecuzione di specifica attività tecnica ha consentito anche di rilevare, tra le altre cose, il metodico ricorso all’inoltro di migliaia di messaggi di testo (SMS), sulla falsariga di quello trasmesso il 15 ottobre 2025 alla parte offesa, in direzione di ignare potenziali vittime scelte a caso sul territorio nazionale da parte di soggetti risultati stanziare tra i comuni di Fucecchio (FI), Empoli (FI) e Santa Croce sull’Arno (PI).
L’inoltro degli SMS è avvenuto tramite centinaia di SIM telefoniche abbinate di volta in volta in consolle multi sim, ognuna delle quali capaci di ospitare simultaneamente numerosissime SIM telefoniche intestate tutte a soggetti di nazionalità straniera, per lo più pakistana.
Le ulteriori indagini hanno, dunque, permesso di:
- localizzare, nel Comune di Santa Croce sull’Arno, l’immobile adibito a call center utilizzato dagli autori dei fatti contestati per inviare, a cadenza quotidiana, migliaia di messaggi di testo dal contenuto simile a quello che ha dato avvio al procedimento penale in argomento;
- riscontrare il pieno e consapevole concorso da parte di due dealer, ubicati nei citati comuni di Fucecchio ed Empoli, nell’attività di intestazione delle schede SIM in questione a persone extracomunitarie non censite sul territorio nazionale e nella successiva fornitura ai soggetti che poi le hanno impiegate per i fini illeciti indagati.
In particolare i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale carabinieri di Chieti, coordinati dalla locale Procura della Repubblica (nelle persone del Procuratore Di Florio e del Sostituto Ciani), hanno eseguito una vasta operazione di polizia nei predetti comuni eseguendo perquisizioni sia presso l’immobile in parola che fungeva da vera e propria centrale – risultato occupato da un 38enne pakistano – e sia presso i due negozi di telefonia (cosiddetti dealer) gestiti da altrettanti cittadini pakistani, rinvenendo e sequestrando complessivamente 3 apparati modem multi sim, 685 schede SIM Iliad, 6 notebook, 1 router 4G, 9 telefoni cellulari, 4 personal computer e 1 supporto informatico.
Tale risultato investigativo ha permesso di interrompere il flusso quotidiano di migliaia di SMS– truffa che, partendo dall’apparecchiatura installata presso l’abitazione del cittadino pakistano, raggiungevano una platea indiscriminata di persone, le quali – indotte in errore – fornivano l’involontario accesso ai propri risparmi: tale fenomeno, noto come “smishing”, dalle risultanze acquisite durante l’indagine, ha procurato ingenti danni patrimoniali, soprattutto ai cittadini più anziani e, quindi, maggiormente vulnerabili.
L’attività d’indagine, al momento, contempla complessivamente 17 soggetti indagati e continuano ad essere in corso accertamenti finalizzati a recuperare il denaro delle vittime ed individuare ulteriori autori.