Le indagini della Guardia di Finanza hanno documentato oltre 800 episodi di spaccio. Sequestrati 3 kg di droga, denaro e auto clonate.
Perugia – In data odierna, i finanzieri del Comando Provinciale di Perugia hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del tribunale richiesta da questo ufficio nei confronti di quattro persone, ritenute indiziate di far parte di un’associazione dedita al traffico di sostanza stupefacente del tipo cocaina, destinatarie dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria e dell’obbligo di dimora nel Comune ove risultano abitualmente vivere.
Tre degli indagati sono cittadini di origine albanese residenti in provincia di Perugia e Lecco, uno è italiano, residente nella provincia di Napoli. Le indagini, avviate nel 2022 dalla Sezione G.O.A.
del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria a partire da un episodio di minuto spaccio, sono state condotte mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché con l’utilizzo di sistemi di localizzazione satellitare che, unitamente ai più tradizionali servizi di appostamento, osservazione e pedinamento, hanno permesso di delineare gravi indizi sull’operatività nell’area perugina di un sodalizio piramidale al cui vertice si riteneva vi fosse un cittadino di origine albanese.
Sono, infatti, emersi elementi indiziari che fanno ritenere che fosse costui che coordinava e gestiva le attività di approvvigionamento e smercio di consistenti quantitativi di sostanza stupefacente (cocaina), avvalendosi della collaborazione di alcuni suoi connazionali operanti tra Perugia e Grosseto, oltreché in Olanda e Belgio.
Nell’ambito del contesto delineato, i soggetti ritenuti componenti dell’organizzazione, al fine di rendere maggiormente difficoltoso l’accertamento degli illeciti perpetrati, intrattenevano contatti esclusivamente per il tramite di cosiddetti criptofonini (dispositivi telefonici non intercettabili, i cui dati transitano su server allocati in Paesi esteri, controllabili da remoto con possibilità di “resettare” il dispositivo in caso di tentativo di accesso da parte di soggetti non previamente abilitati).
Inoltre, i soggetti investigati facevano abituale ricorso all’utilizzo di stanze di albergo, dove veniva effettuato il taglio e il confezionamento dello stupefacente, oltreché di autovetture “clonate”, ovvero oggetto di furto, modificate nel telaio, dotate di targhe e documenti di circolazione contraffatti, per essere in tutto riconducibili ad altre autovetture di identica marca, modello e talvolta colore di proprietà di ignari soggetti circolanti regolarmente sul territorio nazionale.
Proprio la frequente e repentina sostituzione delle autovetture utilizzate dal sodalizio criminale e la loro sovrapponibilità con identiche autovetture altrove posizionate hanno reso ancora più difficoltosa l’attività investigativa.
Ausilio in questo senso è stato fornito dalle denunce sporte dai proprietari delle autovetture “originali”, destinatari di contravvenzioni per infrazioni al codice della strada che si assumevano commesse in località dove non si erano mai recati.
Nel corso dell’attività investigativa complessivamente svolta sono stati documentati oltre 800 episodi di spaccio. I numerosi interventi dei finanzieri hanno portato all’arresto in flagranza di sei persone e al sequestro complessivo di circa 3 kg di cocaina, oltre a strumenti utilizzati per il taglio e il confezionamento delle singole dosi, nonché di denaro contante per oltre 80 mila euro e di 10 autovetture rubate e con targa clonata, di cui 5 sottoposte a sequestro e restituite ai legittimi proprietari.
Accogliendo la richiesta del Pubblico ministero, il Giudice per le indagini preliminari, in considerazione del reato associativo contestato, tra gli altri, ad alcuni degli indagati, tipologia legislativamente esclusa dall’obbligo dell’interrogatorio preventivo introdotto dalla Legge 9 agosto 2024 n. 114 (c.d. Legge “Nordio”), ha disposto le misure cautelari indicate valutando il compendio indiziario raccolto “di pregnante rilievo in ordine all’esistenza di una struttura organizzativa stabile, fondata su una rete di rapporti intersoggettivi protrattisi per un apprezzabile lasso di tempo (…omissis…) che, come tali, appaiono in maniera univoca sintomatici di un accordo tra i soggetti a carattere generale e continuativo destinato a permanere anche dopo la consumazione di ciascun delitto programmato”.
Lo stesso G.I.P. si è riservato di valutare, all’esito del previsto interrogatorio preventivo, la posizione di altri soggetti nei cui confronti è stato contestato il reato di spaccio di stupefacenti (ex art.
73 D.P.R.309/90).