“Liliana Resinovich aggredita alle spalle e strangolata”

La perizia sul corpo della 63enne triestina esclude il suicidio. La donna sarebbe deceduta il giorno stesso della scomparsa, il 14 dicembre 2021.

Trieste – Non c’è traccia dell’ipotesi del suicidio nelle 200 pagine della perizia su Liliana Resinovich, la donna di 63 anni scomparsa nel dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022 nel giardino dell’ex Opp di Trieste. E’ quanto mergerebbe da una prima analisi della relazione medico-legale redatta da Cristina Cattaneo e da altri esperti, basata sull’esame del corpo riesumato.

Gli avvocati delle parti coinvolte hanno avuto la possibilità di richiedere copia del documento già nella mattinata. Secondo alcune indiscrezioni, nella perizia non verrebbe menzionato il congelamento del cadavere, un aspetto che rimane comunque oggetto di approfondimento.

Stando alle prime valutazioni degli esperti, Resinovich sarebbe deceduta lo stesso giorno della sua scomparsa, il 14 dicembre 2021, per mano di terzi. Secondo indiscrezioni riportate dal quotidiano Il Piccolo, la causa della morte potrebbe essere stata uno strangolamento. Si ipotizza un’asfissia meccanica da compressione sulla parte anteriore del corpo. Non ci sarebbero, al momento, aggiornamenti riguardo eventuali indagati, con il registro che resta ancora vuoto. Le analisi forensi suggeriscono che la 63enne sia stata aggredita alle spalle, immobilizzata e colpita al volto prima di essere strangolata. La dinamica dell’omicidio ipotizzata indicherebbe una torsione violenta del collo, che avrebbe provocato anche la frattura di una vertebra, rendendo impossibile alla vittima qualsiasi tentativo di difesa.

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