Separazione delle carriere, Meloni: “Toni apocalittici ma ho rispetto per le toghe”

La premier alla vigilia dell’incontro con i vertici dell’Anm sottolinea la sua apertura al confronto: “La riforma non è contro i magistrati”.

Roma –  Alla vigilia dell’incontro con i vertici dell’Anm, che verrà ricevuta dalla premier a Palazzo Chigi domani alle 15,30. Giorgia Meloni sottolinea: “andrò all’incontro con uno spirito aperto, con grande rispetto. Io l’ho detto tantissime volte, ho cominciato a fare politica quando hanno ucciso un giudice, un magistrato. Ho per la magistratura un rispetto enorme. Questa non è una riforma fatta contro qualcuno, è una riforma secondo me necessaria per far funzionare meglio la giustizia. Penso che i toni apocalittici che in alcuni casi ho sentito siano assolutamente fuori luogo”. La presidente del Consiglio, intervistata nel corso della puntata di ‘XXI Secolo’ in onda su Rai1, ha spezzato la tensione che da mesi, culminata con lo sciopero dei magistrati il 27 febbraio scorso, agita lo scontro toghe-politica sulla riforma della separazione delle carriere.

“Sono disposta a confrontarmi, sono aperta, sono disponibile e penso che possa essere utile a riportare il confronto nell’alveo nel quale deve stare, al di là delle posizioni che possono certamente essere differenti”, ha aggiunto la premier spiegando che “è falso” il fatto che con la riforma della giustizia i pm saranno sottoposti al potere esecutivo: “Questo non c’è, c’è il contrario. Quello che la riforma prevede è che, per esempio, il Parlamento non decide più i membri del Csm. No, non li decide più, quindi casomai io sto togliendo il controllo della politica sul Csm ma anche sul controllo politico delle correnti della magistratura politicizzata”.

E quindi, ha concluso, “noi anzi stiamo cercando di liberare la magistratura da tutti i possibili condizionamenti politici, che mi pare una cosa buona per la stragrande maggioranza, per la quasi totalità dei magistrati che vogliono semplicemente fare bene il loro lavoro e non dover per questo diciamo sottostare alle logiche correntizie che poco hanno a che fare con il lavoro che vogliono portare avanti”. Nelle ultime ore, la premier continua a confermare la sua apertura al dialogo, ma non c’è conferma né smentita circa l’ipotesi che il governo sarebbe disposto a concedere il sorteggio temperato per la designazione dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura. Al momento il ddl costituzionale prevede una forma di sorteggio secco per le toghe che siederanno sulle poltrone dei due Csm distinti per giudicanti e requirenti.

Resterebbero intoccabili, secondo fonti governative, i tre cardini della riforma: separazione delle carriere, duplicazione del Csm e Alta corte penale disciplinare. La disponibilità, invece, sarebbe su singole questioni. E purché non ci sia un intento dilatorio. Un punto di caduta, per esempio, potrebbe essere quello di aprire alle cosiddette ‘quote rosa’ e al ‘sorteggio temperato’ dei membri laici e togati del Csm. Mentre un’altra ipotesi è quella di estendere l’Alta corte disciplinare oltre che alla magistratura ordinaria, anche a quella amministrativa, contabile e militare. Il governo ora attenderà le proposte che arriveranno dall’Anm. Meloni domani non incontrerà solo i vertici dell’Anm ma anche – e prima – l’Unione delle Camere penali, che ha fatto della separazione delle carriere una vera e propria battaglia per la giustizia giusta.

La protesta delle toghe contro la separazione delle carriere

Dal canto loro i magistrati sono in attesa dell’importante confronto: “Abbiamo apprezzato la disponibilità all’incontro mostrata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Vorremmo spiegare le ragioni specifiche e non ideologiche o di pregiudizio” a contrasto della riforma. “Quali sono le ragioni per cui noi pensiamo”, con la protesta “di tutelare anche i cittadini”, ha detto il presidente dell’Anm Cesare Parodi. “Noi non contestiamo che il governo e Parlamento seguano un percorso che sappiamo essere assolutamente costituzionale – ha detto -. Ma ci sono alcuni principi della Costituzione che verranno modificati che per noi sono importanti”. “I magistrati non scioperano per sé ma nell’interesse di uno Stato di cui sono parte attiva e fondamentale”, aggiunge. “Siamo totalmente per la Costituzione e protestiamo contro modifiche che non condividiamo, pur sapendo comunque che si stanno facendo in modo assolutamente legittimo”. 

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