La replica: “Parole di una gravità inaudita che pronunciate da un rappresentante del Governo appaiono ancor più inaccettabili”.
Roma – Nuova bufera per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, sotto torchio per il suo intervento a un evento in cui è stata esposta l’auto in dotazione alle forze dell’ordine per il trasporto di detenuti al regime del 41 bis e di alta sicurezza. “È per il sottoscritto un’intima gioia l’idea di veder sfilare questo potente mezzo che dà prestigio, con sopra il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria e far sapere ai cittadini come noi sappiamo trattare e incalziamo chi sta dietro quel vetro e non lo lasciamo respirare”, ha detto due giorni fa Delmastro. Il filmato con le sue parole ha iniziato a circolare in rete e contro il sottosegretario si sono scatenate le polemiche dei membri dell’opposizione di governo.
Ma c’è anche la Conferenza nazionale dei Garanti dei detenuti a esprimere “la più profonda indignazione per le parole espresse dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, nel corso della presentazione della nuova auto della Polizia penitenziaria”. Si tratta, per la Conferenza, di “parole di una gravità inaudita che, proprio perché pronunciate da un rappresentante del governo della Repubblica, che ha giurato sulla Costituzione, appaiono ancor più inaccettabili, in quanto profondamente offensive della dignità umana delle persone che vivono in condizione di privazione della libertà personale e perché dette espressamente in violazione dei basilari principi costituzionali in tema di esecuzione penale”. Esse, prosegue l’organismo, “alimentano un già acceso clima di odio, che impedisce di trovare concrete soluzioni alle tante e gravi criticità delle condizioni di vita delle persone detenute presso i nostri Istituti penitenziari e, di cui il sottosegretario alla Giustizia dovrebbe seriamente farsi carico”.
Parole che “sono funzionali a rappresentare una visione stereotipata e distorta della vita penitenziaria, che finisce finanche per delegittimare il complesso e delicato lavoro di tutti gli operatori penitenziari ed in particolare della Polizia penitenziaria”. “Per noi Garanti – si sottolinea – la Comunità penitenziaria è costituita da detenuti e ‘detenenti’, che, come luogo di riscatto personale, deve essere sempre caratterizzato dal rispetto reciproco, dalla non violenza e dalla tutela della dignità delle persone. E’ evidente che, pronunciando queste parole, il sottosegretario alla Giustizia dimostra di non conoscere nemmeno il motto della Polizia penitenziaria: “Despondere spem est munus nostrum”.
Sulla frase di Delmastro interviene anche l’Unione Camere Penali Italiane. “Diceva il Sottosegretario Delmastro di ‘non avere i detenuti nella sua delega’, ma evidentemente il suo cuore batteva comunque per loro. Tanto da gioire nel proprio intimo nel pensarli dietro i vetri oscurati dei moderni blindati tecnologici messi a disposizione della polizia penitenziaria. Se ne occupa, quindi, dei detenuti, al di là delle deleghe, e lo fa dal punto di vista del più truce dei carcerieri. Interprete della visione, al tempo stesso ridicola e brutale, di uno Stato cinico e vendicativo, che gioisce nel vedere il recluso incalzato e schiacciato senza respiro nell’acciaio feroce del suo blindato”, scrivono in una nota i penalisti.
“Eppure non era proprio il Sottosegretario Delmastro – aggiungono – a dire ‘garantisti nel processo … giustizialisti nell’esecuzione’? E non sa forse che al 41-bis e all’Alta Sicurezza, al cui servizio è destinato l’iperblindato della sofferenza, sono destinati indifferentemente anche gli indagati e gli imputati presunti innocenti? Se questa è la sua idea delle garanzie chissà cosa starà ora escogitando per il trasporto esclusivo dei condannati. Quale nuova sadica macchina restrittiva giustizialista, da mostrare con orgoglio ai giovani di questo Paese, starà progettando, è difficile immaginarlo. Ma se simili sforzi della fantasia il sottosegretario Delmastro li facesse lontano dal Ministero della Giustizia, sarebbe certo meglio per tutti, e soprattutto per l’idea della sicurezza che dovrebbe avere a cuore questo Paese, ben più sana, civile e rispettosa della dignità della persona”, conclude la nota.