Sul clima e sui suoi effetti Save the Children lancia un allarme. Quest’anno circa 1 bimbo su 8 ne ha subìto gli effetti a livello globale.
Roma – Un nuovo dossier di Save the Children rileva che, da gennaio a ottobre, circa 300 milioni di bambine e bambini in Asia, Africa e Brasile sono stati colpiti dai peggiori eventi climatici estremi. Dalle tempeste tropicali alla siccità, dalle inondazioni ai cicloni e monsoni. Sul clima e sui suoi effetti l’associazione lancia un allarme. Quest’anno circa 1 bambino su 8 a livello globale è stato colpito in modo significativo dai dieci maggiori eventi meteorologici estremi. Sono bambini costretti a fuggire dalle proprie case, a interrompere il percorso scolastico e a dipendere dagli aiuti umanitari, ricorda Save the Children, sottolineando che si avvicina la Cop29, dove “chiediamo che i diritti dei bambini siano messi al centro dei processi decisionali globali”.
Per l’occasione, si legge sul sito dell’associazione, “abbiamo evidenziato nella nostra nuova analisi come gli eventi metereologici estremi impattano gravemente sui diritti dei bambini, in particolar modo nei Paesi a basso e medio reddito. I leader mondiali si stanno per riunire alla COP29 in Azerbaigian, ricorda Save the Children, dove è “necessario che i diritti dei bambini e delle bambine siano presenti non solo nel Nuovo Obiettivo Globale di Finanza per il Clima (NCQG) che sarà concordato quest’anno, ma anche nei piani di adattamento nazionali e globali. È inoltre fondamentale ampliare la partecipazione dei minori alla COP, soprattutto dei ragazzi e ragazze provenienti da Paesi a basso e medio reddito e che si trovano in condizioni di povertà, disuguaglianza e discriminazione”.
“Noi saremo presenti alla Cop29 il 14 novembre – ricorda l’associazione – con l’evento “Dalla politica alla pratica: la finanza climatica a misura di bambino”, in collaborazione con Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con il Movimento Giovani per Save the Children. “I cambiamenti climatici non possono essere considerati solo un problema per le generazioni future: siamo di fronte ad una crisi devastante che solo quest’anno ha avuto un impatto significativo su 1 bambino su 10 nel mondo. Molti di loro fuggono dalle loro case, dipendono dagli aiuti umanitari o perdono la loro istruzione” ha dichiarato Inger Ashing, CEO di Save the Children International.
“Questa realtà mette in luce un’evidente disuguaglianza, con i Paesi a basso e medio reddito che sopportano le conseguenze peggiori degli eventi climatici estremi. È una questione di giustizia climatica. Alla COP di quest’anno, i diritti, le voci e le vulnerabilità uniche dei bambini devono essere una priorità assoluta – conclude – nelle discussioni cruciali sui finanziamenti per il clima, sull’adattamento e sui negoziati in generale. La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini e un’azione urgente da parte dei leader mondiali non è negoziabile”.
Una analisi di Save the Children ha mostrato che dal 1 gennaio al 29 ottobre, circa 300 milioni di bambine e bambini in Asia, Africa e Brasile, circa il 12,5% della popolazione infantile totale, sono stati colpiti dai peggiori eventi climatici estremi. Tra cui: la tempesta tropicale Trami, che ha colpito le Filippine causando la chiusura delle scuole per 19,5 milioni di bambini. La siccità in Africa meridionale, che ha reso 12,2 milioni di bambini bisognosi di assistenza umanitaria. Le inondazioni in tutta l’Africa occidentale e centrale che hanno costretto 10 milioni di bambini a lasciare la scuola. Un’ondata di caldo senza precedenti in Asia meridionale, che ha allontanato dalla scuola 256 milioni di bambini. Il tifone Yagi, che ha attraversato il sud-est asiatico a settembre e ha reso necessari aiuti umanitari per circa 1,5 milioni di bambini. Si aggiungono le inondazioni, i cicloni e i monsoni in Bangladesh, Corno d’Africa, Repubblica Democratica del Congo (RDC), Sud Sudan e Brasile.